9 mag. – Nel giorno del ricordo delle vittime del terrorismo, il Presidente della Repubblica lancia un monito alle forze politiche: “La violenza va combattuta, fermata, scongiutata prima che si tramuti in eversione. Non possiamo essere tranquilli di fronte a certe prese di posizione, anche solo sul piano verbale”, ha detto Giorgio Napolitano chiedendo che la si faccia finita con le “oscure definizioni” tese a svilire le istituzioni democratiche: “Il Quirinale e’ la casa degli italiani – ha detto il Capo dello Stato – i palazzi del Parlamento i luoghi della sovranita’ popolare. Basta identificarli come i luoghi dell’oscuro potere”.
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Relazione sulla sicurezza
SERVE COESIONE E SINERGIA TRA LE FORZE ECONOMICHE DEL PAESE Napolitano ha ricordato che “l’Italia ha superato non solo momenti di tensione, ma periodi tragici che l’hanno esposta a rischi estremi. Se abbiamo superato quei momenti, sapremo superare le prove che abbiamo davanti”, per questo si avverte “la necesssita’ e l’utilita’ di un convinto impegno di coesione e sinergia che deve coinvolgere oggi tutte le forze economiche del nostro Paese. La crisi economica ha colpito in modo particolarmente incisivo le piccole e medie imprese, preziosa e vitale risorsa del sistema produttivo italiano – ha sottolineato Napolitano – costringendo molte di queste realta’ a compiere sacrifici straordinari e scelte difficili per sopravvivere. Le istituzioni – ha aggiunto – devono pertanto sostenere il sistema produttivo offrendo adeguato supporto alle azioni dirette a promuovere investimenti nella ricerca e nelle innovazioni e i processi di sviluppo territoriale, con particolare attenzione alla creazione di nuove aziende da parte dei giovani”. (AGI) .
AH sì? E allora, Signor Presidente, Sig.ra Presidente della Camera e Governanti tutti, abolite questo Inno e denunciate – in base alla strampalata Legge Mancino – Mameli, ma anche Mazzini, Garibaldi e il restante popolo tutto di questa Repubblica!
Leggete il testo completo, quello che nel sito dela Presidente e nelle scuole – casualmente – viene occultato e non insegnato!
Inno Nazionale Italiano:
Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci,
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!