A volte ritornano, anzi quasi sempre: riecco la Finocchiaro, Bindi e Casini

bindi-finocchiaro

7 magg . Beppe Grillo parlerebbe di “ritorno dei morti viventi”, e molti sarebbeo d’accordo con lui. Più semplicemente, come insegna la politica italiana, i partiti trovano sempre il modo di far rientrare i loro big accantonati “per decenza” nei confronti degli elettori da una porticina di servizio. Leggasi: commissioni parlamentari. Certo, c’è sempre la questione dei veti incrociati nella maggioranza, una grana che ha già complicato i giochi di governo a Pd e Pdl, ma i nodi sembrano essere stati sciolti: Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Pierferdinando Casini, Francesco Nitto Palma, Fabrizio Cicchitto, sono tutti pronti a prendersi una poltrona.

Torna in gioco Casini – E’ un gioco di pesi e contrappesi. Il Pdl dovrebbe riuscire a piazzare alla Commissione Giustizia in Senato l’ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma e a quella Esteri alla Camera Fabrizio Cicchitto. Unica bocciatura, con il no secco dei democratici, Paolo Romani ai Trasporti e Infrastrutture al Senato, con delega alla comunicazione. Paolo Sisto, invece, dovrebbe andare agli Affari Costituzionali della Camera, mentre Altero Matteoli prenderà il posto di Romani. Al Lavoro, a Palazzo Madama, si fa il nome di un altro azzurro doc, Maurizio Sacconi, che del Lavoro è stato anche ministro. Ma siccome gli equilibri sono rigorosamente bipartisan, anche Scelta civica ha bisogno di accontentare i suoi leader. Così l’ex presidente della Camera Pieferdinando Casini finirà ala commissione Esteri al Senato. Resta invece lo stallo per due commissioni tra le più importanti, Copasir e Rai. Per prassi, vengono assegnate alla opposizione. Il Movimento 5 Stelle, che conta più o meno un terzo dei voti totali, qualche proprio nome l’ha avanzato (su tutti il capogruppo al Senato Vito Crimi e il senatore Roberto Fico). Si voterà la prossima settimana, l’impressione è che Pd e Pdl non siano così propensi ad “aperture”.

Poltrone democratiche – Anche il Pd schiera i suoi mammasantissima, che hanno avuto poche fortune nelle scorse settimane. Prendete Anna Finocchiaro: per lei si era fatto addirittura il nome del Quirinale. Niente da fare, ma verrà ripagata con la presidenza della commissione Affari costituzionali al Senato, posto-chiave ambitissimo. Altri dem sono in rampa di lancio: Cesare Damiano presiederà la commissione Lavoro alla Camera (anche lui è stato ministro, con Prodi), Giuseppe Fioroni quella Difesa sempre a Montecitorio mentre Francesco Boccia (marito del ministro all’Agricoltura Nunzia De Girolamo) andrà al Bilancio (anche lui alla Camera), mentre l’ex verde e oggi Pd Ermete Realacci sarà alla Camera, all’Ambiente. E Rosy Bindi? Sì, c’è spazio anche per lei: molto probabilmente andrà alla commissione Antimafia, e questa volta Matteo Renzi non potrà farci nulla. libero

One thought on “A volte ritornano, anzi quasi sempre: riecco la Finocchiaro, Bindi e Casini

  1. Dimostrazione pratica che ai politici che detengono il potere delle elezioni e dei voti della gente non gliene può fregare di meno. Qualunque sia il risultato del voto, “Loro” faranno comunue come prestabilito. Qualunque sia il desiderio espresso dal popolo alle urne lor signori già hanno deciso come e dove collocarsi. Che poi gli elettori siano o meno daccordo non importa. Anzi, si stà diffondendo un nuovo orientamento: appena il dissenso inizia a farsi martellante e preoccupante, si ricorre alla polizia ed alla magistratura per creare paura e problemi giudiziari ai dissidenti. Una perfetta attuazione di regime comunista stalinista versione anni 2000.
    Molto presto vedremo sorgere i primi centri di rieducazione dove verranno internati i dissidenti con condanne più o meno assurde e pretestuose, del tipo “Attività controrivoluzionaria” di nord-vietnamita memoria.
    Mi spiace per i giovani che hanno davanti un futuro piuttosto cupo.

Comments are closed.