Quei complicati meccanismi che determinano i prezzi dell’oro

di Geminello Alvi

oroSi rinforza il numero degli analisti che dissentono dall’umore  generale negativo circa l’oro. Varie lettere agli investitori e siti  autorevoli contraddicono questo pessimismo, soprattutto in Francia, che dal secolo trascorso una simpatia per l’oro la ha sempre mantenuta. Si ammette in conclusione che l’;oro potrebbe ancora abbassarsi ma resterebbe il paradosso: la fine di una bolla che ancora non è iniziata. Il consolidamento fiscale dei debiti pubblici di Italia e Spagna ha  secondo questi pareri in crescita condotto gli investitori ad un dubbio esagerato circa l’oro, che peraltro è crollato in euro appena del 13% rispetto al picco di agosto 2011. Per questo insieme di analisti francesi proprio questo ridimensionamento invece conferma il prevalere di acquirenti opportunisti e solidi, che si sono intanto coperti e non perdono contatto dal mercato. Per decidere dell’esistenza di una bolla si possono prendere a riferimento le follie del Nasdaq.

Tra il 1974 e il 2000 i prezzi del Nasdaq si sono moltiplicarono infatti di 84 volte. I prezzi di un’oncia d’oro invece hanno avuto un’evoluzione ben più modesta. Si fossero mutati di altrettanto dai 299 dollari l’oncia del 1999 si sarebbe oggi ad un valore di circa 21000 dollari. E c’è poi da constatare che la leva più potente dei prezzi dell’oro la sfiducia nei debiti pubblici, s’è accresciuta. Solo l’Islanda può dirsi uscita a tutt’ora dal tunnel. E la Cina intanto nel 2011 è diventata venditrice netta di debito americano. A fine novembre 2012 risulta alleggerita in misura considerevole di obbligazioni statunitensi in corso d’anno. Come ai tempi di De Gaulle il criterio di discrimine per l’oro, si riconferma il dollaro. Una Federal Reserve che ha esagerato, e verosimilmente dovrà continuare ad esagerare, la stampa di moneta risulta pertanto la migliore assicurazione per il dollaro, ne deducono i sostenitori dell’oro. E del resto anche il  cambio tra euro e dollaro, giudicato con i criteri francesi degli economisti gollisti degli anni 60, diventa un criterio per altro ottimismo. Può comunque concludersi che la questione dei prezzi dell’oro è una di lungo periodo, più sottile e complicata di quanto il sentimento generale oggi riesca ancora a  cogliere.