6 mag – Con 250mila aziende del comparto a rischio chiusura nei prossimi quattro-cinque anni ”la crisi ”morde’ anche l’agricoltura. Due imprese su tre sono ”strozzate’ dai costi. Siamo ormai all’emergenza. Le aziende vivono nel dramma. L’intero arcipelago agricolo italiano segna ”rosso’. Dai cereali all’uva, dall’olio d’oliva all’ortofrutta, dalla zootecnia da carne al florovivaismo, al latte, e’ uno scenario sempre piu’ allarmante. Servono interventi urgenti, straordinari e concreti. Da parte del nuovo governo attendiamo, quindi, una maggiore attenzione nei confronti del settore primario. Occorre un vero cambio di marcia rispetto al passato”.
Terreni agricoli europei preda delle multinazionali, soprattutto arabe
E’ quanto afferma in una nota il presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia), Giuseppe Politi, a commento delle previsioni economiche Istat per il nostro Paese e lanciando la governo la richiesta di ”un cambio di marcia”.
”L’Istat – osserva Politi- mette in evidenzia una situazione ancora molto critica. Il Pil anche nel 2013 e’ destinato a scendere e per l’agricoltura non si annuncia uno scenario roseo, dopo il crollo registrato nel 2012. Mentre cresce la disoccupazione – aggiunge il presidente Cia – i consumi delle famiglie, a cominciare da quelli alimentari, vanno ancora a picco. Ecco che allora urge una nuova politica per il sistema agroalimentare italiano che, nonostante le tante difficolta’, ha mostrato in questi mesi evidenti segni di vitalita’. Al premier Enrico Letta abbiamo sollecitato immediati atti concreti per superare la crisi e per riprendere la strada della crescita e della competitivita”’.
”Negli ultimi dieci anni – dice Politi – oltre 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagna e svantaggiate, sono state costrette a cessare l’attivita’. Soltanto nel primo trimestre del 2013 piu’ di 13 mila sono andate fuori mercato. Il rischio e’ che nei prossimi quattro-cinque anni altre 250 mila aziende rischiano di chiudere i battenti. Senza interventi realmente propulsivi, soprattutto sul fronte del costo del lavoro, sarebbe una tragedia per l’intero settore”.
”Per tale motivo – conclude il presidente Cia – rinnoviamo il nostro appello al presidente del Consiglio e al neo-ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, affinche’ sui temi agricoli si apra subito un serrato confronto, in maniera da individuare le direttrici migliori per assicurare un futuro di certezze alle tante aziende che operano in affanno e con la prospettiva della chiusura. E questo vale ancora di piu’ in una fase molto delicata in cui si sta sviluppando a livello Ue il decisivo negoziato sulla riforma della Politica agricola comune”.
Beh, mettevi una bella serra fotovoltaica oppure tre o quattro pale eoliche e vi risolvete tutti i problemi, come abbiamo fatto noi in Sardegna…