4 magg – Non si ferma la polemica per gli attacchi online alla presidente della camera Laura Boldrini. Dopo che la numero uno di Montecitorio ha lanciato un’offensiva giudiziaria con denunce e inchieste per stanare che ha osato mettere in discussione la sua immagine con fotomontaggi hot, ora è tempo di bilanci e di guardare al passato. Lo fa Giuliano Ferrara da il Foglio che attacca la Boldrini ricordandole come la musica fosse diversa quando Mara Carfagna era ministro delle pari opportunità.
Ferrara fa un paragone al veleno: “Quando era Mara Carfagna a dover stringere i denti col sottinteso innominabile – e così recidere il Priapo – non ci fu autorità alcuna, né istituzionale, né culturale, a muoversi in difesa della dignità di una giovane signora. ‘Mara, stringi i denti’ le dicevano dalle bacheche di Facebook e dagli altri social network.
Il ministro più bello del mondo, così si disse di lei, doveva pagare il prezzo di calzare il tacco dodici e di avere nel curriculum un passato da show girl e perciò venne naturale e politico farle spallucce e dirle, suvvia bambola, paga pegno”. L’Elefantino dunque si schiera con la Carfagna. La Bodrini ha la memoria corta e per l’ex ministro non è stato schierato nemmeno un poliziotto postale. Per la presidente della Camera la polizia ora fa gli straordinari. (I.S.) libero