2 magg – (libero) Una sentenza della Corte Costituzionale ha ribaltato la deciusone dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti che aveva chiuso i rubinetti delle casse togate fino al 2015. I giudici sono subito entrati in guerra con ricorsi al Tar e richiami alla Corte costituzionale che li ha accontentai.
Consulta: incostituzionali i tagli su stipendi magistratura
Via libera all’aumento – Oggi, con un decreto del presidente del Consiglio, firmato Mario Monti si dà semaforo verde all’aumento degli stipendi con retroattività fino al 2012. Una decisone quella della Corte Costituzionale che testimonia come la busta paga delle toghe sia ritenuta inviolabile. A sostenerlo è proprio la Corte Costituzionale.
Salario sacro – Per la Corte il blocco dell’aumento è un attentato all’indipendenza dei giudici, “una violazione del principio di indipendenza della magistratura, in quanto le decurtazioni dello stipendio, incidendo sullo status economico del giudice, creerebbero una sorta di dipendenza del potere giudiziario dal potere legislativo ed esecutivo, i quali finirebbero con il controllare, in maniera arbitraria, la magistratura e, quindi, a comprometterne l’indipendenza”.
Dunque le buste paga dei magistrati sono intoccabili e inviolabili. Così grazie alla sentenza e al decerto del Loden un magistrato che nel 2011 guadagnava 174 mila euro all’anno, ora ne guadagnerà 182 mila. Insomma 8 mila euro in più in tempo di crisi non sono pochi.
E questa la nostra giustizia purtroppo, c’è gente che muore di fame e lo stato non si preoccupa….e ci sono questi giudici che fanno ricorso alla corte costituzionale per farsi avere l’ aumento di stipendio….e soltanto vergognoso. Penso che a volte una persona rimpiange i tempi remoti….quando c’era più giustizia.