29 apr. – L’inviato della Stampa Domenico Quirico e’ scomparso in Siria, dove si trovava per una serie di reportage nella zona di Homs. Lo scrive il direttore del quotidiano, Mario Calabresi, sulla home page del sito. Quirico, si legge, “e’ entrato nel paese il 6 aprile dal Libano, per raccontare per la quarta volta il dramma della guerra civile”.
Tre giorni dopo c’e’ stato “l’ultimo contatto”. “Venti giorni di ricerche nel massimo riserbo, in collaborazione con la Farnesina, hanno dato finora esito negativo”, continua il quotidiano. “Due settimane di ricerche, fatte in modo silenzioso e riservato ma in ogni direzione, coordinate dall’Unita’ di crisi della Farnesina, non hanno dato sinora alcun risultato concreto e cosi’ abbiamo condiviso con le autorita’ italiane e la famiglia la decisione di rendere pubblica la sua scomparsa, sperando di allargare il numero delle persone che potrebbero aiutarci ad avere informazioni”, scrive ancora Calabresi. Domenico Quirico “era partito dall’Italia il 5 aprile per Beirut, dove era rimasto una giornata in attesa che i suoi contatti si materializzassero: la mattina di sabato 6 aprile gli abbiamo telefonato per avvisarlo del rapimento dei colleghi della Rai nella zona di Idlib. Ci ha spiegato che il suo percorso sarebbe stato completamente diverso e che ci avrebbe richiamato una volta passato il confine. Nel pomeriggio, alle 18:10, ha mandato un sms con cui annunciava al responsabile Esteri de La Stampa di essere in territorio siriano”. Due giorni dopo, lunedi’ 8, ha prima mandato un messaggio alla moglie Giulietta, per confermarle che era in Siria , e martedi’ 9 ha ancora mandato un sms a un collega della Rai nel quale diceva di essere sulla strada per Homs. “E’ stato questo -prosegue Calabresi- l’ultimo contatto diretto avuto con Domenico”. “Siamo abituati ai silenzi di Domenico, che si ripetono quasi in ogni suo viaggio, tanto che l’ultima volta che era stato in Mali non lo avevamo sentito per sei giorni. Fanno parte del suo modo di muoversi e lavorare: ha sempre sostenuto che le tecnologie e le comunicazioni sono il miglior modo per farsi notare e mettersi in pericolo” ma d’accordo con la famiglia dopo sei giorni di silenzio, lunedi’ 15 aprile, abbiamo avvisato l’Unita’ di Crisi della Farnesina del viaggio di Quirico e del suo silenzio”. L’articolo di Calabresi si chiude con la “speranza di avere al piu’ presto sue notizie, di continuare ad ascoltare i suoi racconti, e la sua capacita’ di analisi mai ideologica o faziosa. Lo aspettiamo insieme alla moglie, alle figlie, ai suoi amici e ai nostri lettori”. “Per segnalare questa nostra attesa -aggiunge il direttore de La Stampa- abbiamo deciso di mettere oggi sulla testata del giornale un fiocchetto giallo, come fanno le famiglie che attendono il ritorno di una persona cara di cui non si hanno notizie”.