30 apr – Stop alle visite fiscali d’ufficio per verificare le assenze per malattia in aziende ed enti pubblici.
E’ la decisione dell’Inps, a quanto apprende l’AGI, per raggiungere l’obiettivo di 500 milioni di euro di risparmi sul bilancio 2013, come previsto dalla legge di stabilita’. Un taglio (le visite fiscali d’ufficio da sole ammontano al 75% delle visite totali, pari a circa 1,5 milioni di controlli ogni anno) che fa insorgere i medici di famiglia della Fimmg, secondo cui la decisione non fara’ altro che favorire un nuovo boom di assenteisti, oltre che portare al licenziamento di mille medici.
“L’Inps, per far fronte alla razionalizzazione della spesa richiesta dalla legge di stabilita’ – denuncia Alfredo Petrone, coordinatore nazionale del settore Fimmg Inps – ha deciso la temporanea sospensione delle visite mediche di controllo disposte d’ufficio dall’Istituto.
La Fimmg esprime il suo forte dissenso nei confronti del provvedimento, preso senza alcun preavviso. In poche settimane verificheremo un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l’Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d’ufficio”. “Questa decisione portera’, inoltre, al sostanziale licenziamento di circa 1000 medici in servizio da decenni – prosegue Petrone – Le visite mediche di controllo Inps richieste dall’Istituto hanno da sempre rappresentato un punto di forza nella lotta all’abuso dell’assenteismo di malattia. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la dirigenza dell’Inps e con il ministro del Lavoro, riservandoci di informare anche la Corte dei Conti di cio’ che si profila come un errore perfetto”.
I medici hanno ricevuto una circolare dall’Inps dal titolo “Temporanea sospensione delle procedure relative alle visite mediche di controllo”, in cui si spiega appunto che, alla luce delle misure di contenimento della spesa, si prescrive lo stop alle visite mediche di controllo inviate d’ufficio dall’istituto, ferma restando ovviamente la possibilita’ che a decidere la visita (e ad accollarsene i costi) sia l’azienda. L’istituto spende ogni anno 50 milioni di euro per le visite fiscali d’ufficio, ma, fa notare Petrone, “basta che ci sia un aumento dello 0,1% di assenze per malattia per far perdere 100 milioni di euro. agi