In carcere per furto il bosniaco Senad. Il neo-ministro Cecile Kyenge lo fece uscire dal Cie

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27 apr – Un anno fa Senad Seferovic, oggi 25enne, era diventato il simbolo, insieme con suo fratello, di una ingiusta reclusione al Cie: i due fratelli di lontane origini bosniache ma da sempre cresciuti a Sassuolo erano stati liberati dopo un mese di “ospitalità” grazie alla sentenza del giudice di pace di Modena che aveva considerato il fatto che erano privi di qualsiasi documento in quanto mai naturalizzati in Bosnia Erzegovina e d’altro canto privi di permesso di soggiorno da quando il padre aveva perso il lavoro (era ambulante). Insomma, due fantasmi burocratici senza patria.

Di questa vicenda si fece carico Cécile Kyenge, oggi deputato Pd, e la rete Primo Maggio che lotta contro i Cie e per i diritti degli “ospiti”. Sul caso intervenne anche il senatore Pdl Carlo Giovanardi: questi ricordò le pendenze giudiziarie dei due fratelli e, appoggiando la Questura, chiedeva la loro espulsione dall’Italia. Alla fine i due fratelli furono fatti uscire dal Cie. Restano privi di documenti.

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Da allora si sono perse le loro tracce. Fino a mercoledì mattina, quando in Tribunale i carabinieri di Anzola (Bologna) hanno portato una banda di cinque nomadi sorpresa a Fiorano mentre trasportava un carico di rame appena rubato del valore di 40mila euro.

Nel gruppo c’era anche Senad. Per tutti il giudice ha convalidato l’arresto con custodia cautelare in carcere (uno solo ai domiciliari). Senad ora è a Sant’Anna per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale in attesa del processo. Una delusione per chi sperava che la vicenda si fosse del tutto conclusa e anche per la fiducia malriposta in lui. Anzi, ora il caso rischia di gettare benzina sul fuoco in un momento di crisi. Spiega l’avvocato Lugari: «Senad è in carcere senza documenti. In questo anno non è stato fatto nulla. La sua posizione, come quella del fratello (ora in Romagna), è rimasta la stessa: è un uomo senza patria. La richiesta è stata comunque fatta e in qualche modo si dovrà decidere».

Per Giovanardi è una rivincita personale: «Sono stato coperto di insulti da un comitato che si era mobilitato per due “innocenti” che stavano al Cie chissà perché. La Questura mi aveva confermato che avevano una sfilza impressionante di denunce. Quanto alla vicenda burocratica, se volevano potevano diventare italiani e invece hanno preferito restare apolidi. È chiaro che loro erano al Cie in attesa di espulsione. Non avevano patria? Ricordo solo che il Cie si chiama Centro di identificazione perché lì devono essere identificati, non fuori. Bisognava espellerli; invece un giudice di pace di Modena ha preferito non applicare la legge e appellarsi alla sua coscienza». Conclude il senatore Pdl: «Parliamo chiaro: a Modena la gente è preoccupata per i reati predatori. Se polizia e magistrati mettono in carcere o al Cie, un giudice di pace può prendere simili decisioni? Se fossero stati innocenti o vittime di un errore sarei stato il primo a chiedere la loro liberazione. Sono per l’integrazione tra modenesi e immigrati onesti ma non quando c’è di mezzo il crimine».

Replica duramente la Kyenge, chiamata in causa: «Giovanardi è un senatore e dovrebbe aiutare la popolazione a capire fino in fondo la differenza tra clandestino e delinquente. Invece confonde apposta le cose, intorbida le acque e lo fa lasciando intendere che il Cie è un luogo per immigrati e delinquenti. Sbaglia e lo sa. Gli chiedo di fare un passo indietro e di considerare quanto è pericoloso questo discorso».

Aggiunge il deputato Pd: «Voglio essere chiara sul caso di Senad. Sapevamo perfettamente dei suoi precedenti e non li abbiamo mai nascosti. Ci siamo battuti per i suoi diritti legati alla mancata cittadinanza. Se era delinquente doveva stare in galera e se lo è oggi ci starà oggi. Ma non doveva stare al Cie. Il carcere non è il Cie. Giovanardi lo sa. Cambi strada e insegni che esiste una possibilità di una nuova convivenza, anche col rigore della legge». (gazzettadimodena.gelocal.it)

 

2 thoughts on “In carcere per furto il bosniaco Senad. Il neo-ministro Cecile Kyenge lo fece uscire dal Cie

  1. Normale. Ormai è assodato che esiste un piano preciso e ben studiato in fase di attuazione per far sì che ogni sorta di clandestino, meglio se delinquente, possa soggiornare e fare i suoi porci comodi in Italia ed in Europa in generale, con la finalità di spazzarci via. Poi, “qualcuno” prenderà possesso della nostra terra, eliminerà la “carne da cannone” utilizzata per sottrarcela e dominerà per i prossimi secoli.
    Amèn.

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