Roma, 27 apr. – Fabrizio Saccomanni e’ il nuovo ministro dell’Economia. Apprezzato economista, appassionato di musica classica e poesia, Saccomanni e’ stato tra i favoriti per la successione di Mario Draghi alla guida della Banca d’Italia e dopo una lunga carriera all’interno dell’istituto di Via Nazionale, dove e’ entrato nel giugno del 1967 ed direttore generale dal 2006, siedera’ ora alla scrivania di Quintino Sella. Romano, classe 1942, Saccomanni proviene da una famiglia di medici, e’ amante dei versi di Giuseppe Gioacchino Belli, si diletta a scrivere sonetti (uno lo dedico’ a Carlo Azeglio Ciampi per il suo settantesimo compleanno).
Nel 2002 ha pubblicato un libro (‘Tigri globali e domatori nazionali’) in cui viene predetta la futura instabilita’ dell’economia mondiale. Dopo la laurea in Economia e Commercio all’Universita’ Bocconi di Milano, ha seguito corsi di perfezionamento in economia monetaria e internazionale alla Princeton University. Ha iniziato la sua carriera in Banca d’Italia nel giugno 1967, quando e’ stato assegnato all’Ufficio Vigilanza della Sede di Milano.
Dal 1970 al 1975 e’ stato distaccato presso il Fondo Monetario Internazionale, in qualita’ di economista nel Dipartimento Rapporti commerciali e di cambio e, dal 1973, come assistente del Direttore Esecutivo per l’Italia. In quegli anni incontra Lamberto Dini all’Fmi dal 1959.
Rientrato in Banca d’Italia, e’ stato assegnato al Servizio Studi.
Nel 1984 e’ diventato Capo del Servizio Rapporti con l’Estero e nel 1997 e’ stato nominato Direttore Centrale per le Attivita’ Estere. Ha rappresentato la Banca nell’ambito dei principali organismi finanziari internazionali (Bce, Bri e l’Unione Europea).Dal febbraio 2003 al settembre 2006 e’ stato vice presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo a Londra dove ha svolto funzioni sia gestionali, quale membro del Comitato esecutivo, sia operative, come responsabile delle aree di Gestione del rischio, Sicurezza nucleare, Protezione ambientale e Cofinanziamenti ufficiali.