Imola 25 Aprile 2013 – “Sulla pelle dei bambini”…. “Casa o casa famiglia?” è il convegno che si svolgerà sabato 27 Aprile ore 15:00 presso la sala Zoo Acquario di Imola. L’argomento importantissimo e molto delicato affronta il gravissimo problema che in Italia vede oltre 40 mila bambini sottratti alle proprie famiglie e affidati a case famiglie che insieme a tutta la filiera che va dai: Sevizi Sociali ai Tutori, dagli Psicologi agli Psichiatri, dagli Avvocati ai Giudici, dalle case famiglia al TM, si spartiscono un business sulla pelle dei bambini di oltre un due miliardi di euro all’anno.
A questo proposito, Armando Manocchia membro dell’Assemblea del Circondario Imolese, esattamente 2 anni fa ebbe a presentare all’ente di Via Boccaccio un Odg che chiedeva la: RIVISITAZIONE DEL RUOLO E DEI POTERI DECISIONALI DEI SERVIZI SOCIALI.
Questo l’Odg:
Premesso che
La situazione relativa ai provvedimenti del Tribunale per i Minori in materia di sospensione della potestà genitoriale, sottrazione di minori e comportamenti e competenze dei Servizi Sociali va assolutamente affrontata in ogni ambito e in ogni sede deputata a sviluppare ed approfondire il tema, in quanto non solo arreca sempre laceranti dolori nei nostri cittadini coinvolti, ma spesso suscita notevole perplessità e incomprensione proprio per quanto riguarda la liceità, i modi, i tempi e il merito di detti provvedimenti.
Chi scrive, apprendendo dalla stampa alcune vicende, è a sua volta a conoscenza di situazioni di privazione della perdita della patria potestà e di sottrazione di minori e loro collocamento in comunità nei confronti di genitori che, come succede a tante coppie attraversate da un momento di difficoltà di gestione del proprio rapporto, sono entrate in un percorso guidato dai Servizi Sociali.
Nei casi di cui sono personalmente a conoscenza, i minori sono stati allontanati da uno o da entrambi i genitori sulla base delle relazioni che gli assistenti sociali hanno rilasciato al Tribunale dei Minori o di perizie psichiatriche e psicologiche di natura soggettiva. Inoltre tali situazioni non appaiono essere gravi o non sembrano avere riscontri oggettivi tali da giustificare provvedimenti tanto drastici.
E ricordo anche che tali percorsi in strutture protette e famiglie affidatarie, oltre a essere discutibili, sono probabilmente anche più onerosi per le Amministrazioni.
Le storie drammatiche di cui lo scrivente ha ampia documentazione, confermano quanto denunciato da più parti e in tutto il territorio nazionale, in merito alla giustizia minorile, e di cui forniamo qui di seguito alcuni documenti a livello sia nazionale che locale:
– Relazione del dott. Giuseppe Raspadori che ha denunciato e documentato la situazione in Trentino
– Inchiesta piemontese del consigliere regionale Roberto Vignale che ha evidenziato che circa il 70% dei minori vengono sottratti senza motivi gravi e accertati
– Relazione del sociologo Fabio Folgheraiter convegno internazionale di Riva del Garda «La tutela dei minori»
In queste e molte altre vicende che non stiamo qui ad elencare, emerge spesso il ruolo fondamentale dei “Servizi Sociali territoriali” che costituiscono il braccio operativo e il referente diretto del Tribunale per i Minori.
Ebbene, è proprio sull’interpretazione di questo ruolo che io intendo portare l’attenzione, in quanto spesso appare confuso, frainteso e contraddittorio, al punto di essere, a buon diritto, oggetto di pesanti critiche.
Io stesso ho potuto constatare che le relazioni dei nostri Servizi Sociali sono spesso pagelle giudicanti, dense di pregiudizi e di valutazioni che esulano dalle loro competenze professionali. Quel che è peggio è che spesso entrano nei conflitti schierandosi da una parte o dall’altra con totale discrezionalità, lasciando intravedere, anzi, mostrando apertamente, simpatia e sostegno all’una contro l’altra parte. Finendo così con il manipolare, consapevolmente o no, i provvedimenti del Tribunale per i Minori.
Nel recente convegno internazionale – a cui ho partecipato – di Riva del Garda «La tutela dei minori» la situazione è stata denunciata anche dal professor Fabio Folgheraiter della facoltà di sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che ha criticato il sistema dei Servizi Sociali sostenendo che troppo spesso si rifugia in «unità multi professionali che costituiscono una sorta di “falange armata” contro il nemico-utente».
Perché dunque i Servizi Sociali arrivano troppo spesso, a considerare l’utente (anche se solo inconsapevolmente) come un nemico?
Oltre alle storie di cui sopra, allo scrivente sono giunte segnalazioni di decreti, perizie e relazioni concernenti l’ambito e l’affido dei minori in cui si rileva un eccessivo affidamento a valutazioni di natura psichiatrica o psicologica rispetto ad accertamenti oggettivi della realtà dei fatti.
Ritengo, che siano proprio queste modalità investigative, oltre alle valutazioni di natura soggettiva, ad aprire le porte a questa “parzialità” e “inimicizia” nei confronti di uno o di entrambi i genitori.
È quindi essenziale:
1) rivedere e monitorare in modo indipendente le procedure e protocolli di accertamento delle realtà famigliari da parte dei Servizi Sociali onde evitare queste problematiche.
2) che tali procedure e protocolli dovrebbero prediligere gli aspetti oggettivi e gli elementi fattuali.
3) controllare la professionalità e la competenza dei periti ed esperti che operano in questo campo.
4) Assolutamente, indispensabile e prioritario che i Servizi Sociali recuperino, la propria missione e la propria neutralità, in modo da essere a fianco delle “parti n causa o portatori d’interesse” in quanto bisognose di aiuto.
5) che i servizi Sociali devono svolgere e quindi essere, veri servizi alle persone in situazione di sofferenza.
E’ in questo senso che i Servizi Sociali non possono e non devono indulgere nel piacere del potere, al fine di sostituirsi ai giudici. Da essi, non deve dipendere l’andamento dei giudizi e dei provvedimenti: ma spetta loro gestire i provvedimenti del Tribunale dei minori e non indurli.
Ai Servizi Sociali spetta soprattutto di essere a fianco di bambini e genitori coinvolti in questi casi, in quanto soggetti tutti coinvolti in una sofferenza molto spesso, troppo difficile da valutare, quindi, senza parteggiare, senza mettere in atto comportamenti premianti o punitivi, come se dovessero sposarsi con le tesi dei giudici, dei periti, o degli avvocati.
I Servizi Sociali devono recuperare una propria autonomia di ruolo, quello di essere dei veri servizi alla persona, e basta.
Tutto ciò premesso
Si impegnano il Presidente, la Giunta e l’Assemblea:
- a svolgere un preciso monitoraggio in seno ai Servizi Sociali territoriali;
- ad istituire nel più breve tempo possibile un “Osservatorio di Garanzia Indipendente” a cui possano accedere i cittadini che si ritengono vittime di condotte pregiudizievoli da parte dei Servizi stessi;
- a svolgere un monitoraggio statistico dei periti operanti nel nostro territorio per determinare il grado di soddisfazione degli utenti periziati, al fine di impedire collusioni o conflitti di interesse e individuare eventuali anomalie;
- a mettere in campo azioni e procedure atte ad approfondire la formazione del personale operante in pianta organica nella pubblica amministrazione nonché a consapevolizzare sull’importanza del proprio ruolo le figure professionali che operano a vario titolo e funzione all’interno dei Servizi Sociali territoriali, in particolar modo per quanto concerne l’aspetto giuridico e le modalità investigative.
Sapete che fine ha fatto questo Odg? Lo potete immaginare….non è stato dgno di considerazione dai sinsitri illuminnati.
Il Convegno di sabato prossimo, tratterà l’uso indiscriminato della casa famiglia quale ormai unica cura per il minore e per la famiglia, dove su disposizione del Tribunale dei Minori che giudicano sulle relazioni dei Servizi Sociali, vengono dirottati un numero sempre maggiore di minori dando così lavoro ad una pletora di soggetti che in realtà più che lavorare al recupero della famiglia od al ripristino del legame parentale si occupa di istituire percorsi di durata indefinita sottraendo di fatto il minore alla famiglia, spesso sconfinando in palese conflitto di interesse a favore di cooperative ed associazioni che ruotano attorno al sistema delle politiche di famiglia.
Sarà trattato anche l’affido condiviso così come previsto dalla legge 54/06 e disatteso puntualmente dalla magistratura ordinaria che ostinatamente non tiene conto dell’evoluzione del ruolo di padre nella famiglia moderna relegando ad esso il ruolo di “papà bancomat” non consentendogli in molti casi di partecipare attivamente all’educazione ed alla crescita del figlio, inibendo di fatto il principio della “Bigenitorialità”.
Parteciperanno: il presidente dell’associazione Antino Sanzone; Antonio Guidi neuropsichiatra infantile ed ex Ministro delle politiche di famiglia; Francesco Miraglia avvocato del Foro di Modena da tempo impegnato nella lotta alla malagiustizia nei confronti dei minori.
Nella foto il primo libro del’Avvocato Francescco Miraglia e Nunzia Manicardi: “Ridatecci i nostri figli”.