22 apr. – “Un anno di governo e poi al voto e basta inseguire Grillo, l’agenda la dobbiamo dettare noi”.
Questo in sintesi il pensiero di Matteo Renzi illustrato in una intervista alla Repubblica in cui spiega come vuole rifondare il Partito Democratico. Il Governo, secondo il sindaco di Firenze, puo’ durare “il meno possibile. Diamoci un tempo, ma se in sei mesi o in un anno realizza un po’ di interventi (via il finanziamento pubblico ai partiti, taglio ai posti della politica, trasparenza nelle spese dei partiti, semplificazione della normativa sul lavoro ecc), ci guadagna il Pd e il Paese.
Mettiamoci la faccia – incalza – non si abbia paura di tutto, non inseguiamo i grillini. Diciamo noi quello che va fatto”.
“Io – dice ancora Renzi – voglio che i democratici diano la linea al web e non viceversa. I nostri militanti, quelli che si sacrificano, i volontari, non vogliono che i loro leader siano impauriti. Non vogliono un partito succube. Puntiamo sulla trasparenza, aboliamo le province, abbattiamo le burocrazie, organizziamo la lotta all’evasione fiscale a tutto campo.
Andiamo in parlamento e vediamo chi e’ contro, se ne assumeranno le responsabilita’”. Renzi sottolinea che la sua “ambizione e’ cambiare l’Italia e cambiare un partito che riflette sul suo ombelico. Io ci sono. Non voglio aprire un dibattito su di me, non sono in cerca di una seggiola. Io in questo partito ci sono e ci restero’ con Fassina e con Orfini.
Non mi candidero’ per il gusto di candidarmi. Bersani ha vinto le primarie ma la sua linea e’stata sconfitta. Il partito vuole vincere con una linea diversa? Io ci sono. Vuole proteggere solo la sua classe dirigente? Non ci sono”. Ad un nuovo Pd guarda anche Fabrizio Barca: “non ho capito quale e’ il suo progetto – afferma Renzi – ci vedremo. Io voglio un partito che coinvolga le persone e le speranze ideali. Un partito concreto.
Su questo, anche Barca ben venga”. E riferendosi alla proposta del ministro di sdoppiare la guida del partito dalla premiership, Renzi ha detto: “non e’ un problema. Io preferisco il modello classico ma sono pronto a dialogare. Purche’ alcuni presupposti siano chiari.
Si prenda atto che Grillo con parole d’ordine tipo ‘golpetto’ va preso sul serio. Sfidiamolo dicendogli: sei un infingardo. Tu parli e noi lavoriamo per davvero. Poi Vendola: lui e’ fuori. Apra il cantiere a sinistra. Una formazione alla mia sinistra non mi fa paura. Noi siamo il Partito Democratico di Obama, di Hollande, di Clinton.
Siamo il partito democratico che vince le elezioni. Un partito riformista e non massimalista – sottolinea il Sindaco di Firenze -. Ho mandato un sms a Nichi. Gli ho detto: teniamoci in contatto. Mi ha risposto dicendomi che stava per spedirmi lo stesso messaggio”. E sull’ipotesi di governare insieme, Renzi dice:”ci penseremo al momento opportuno. Ora pensiamo ad altro.
Di sicuro, lui (Vendola) ha sbagliato sul Quirinale.
Inaccettabile insistere su Rodota’davanti alla disponibilita’ di Napolitano, una figura di garanzia che dimostrato un incredibile senso di responsabilita’. E poi tutti sapevano che Rodota’non avrebbe avuto i consensi per essere eletto”.E su Marini: “sarebbe stato un passo indietro. Ma quel tifo da stadio era sconvolgente”. Renzi ha detto di aver “difeso Prodi a spada tratta. Non ho avuto paura del web. Il killeraggio nei suoi confronti e’ venuto da parte degli ex popolari e degli ex Ds. Spero che questa sia stata l’ultima volta di un Capo dello Stato eletto in questo modo. Spero in modalita’diverse. Io sono per il Sindaco d’Italia”. Elezione diretta? “Perche’ no?”, propone Renzi. “Perche’non coinvolgere direttamente i cittadini evitando questo tifo da stadio? Non c’e’ niente di male. Il sistema semipresidenzialista e’ un punto di riferimento di larga parte della sinistra. Perche’ non da noi?”. Ma prima c’e’ la legge elettorale:”Certo – conclude – io adotterei anche in questo caso il sistema dei sindaci. Si sa chi vince, funziona.
Poi va bene qualsiasi altra soluzione che dia certezze sul vincitore. L’importante ora, e’ fare qualcosa per gli italiani.
L’Italia viene prima”. (AGI) .