20 apr. – Continua ad aggravarsi il bilancio del terremoto che ha devastato la provincia del Sichuan, nella Cina sud-occidentale: secondo quanto riferito dall’emittente statale CcTv, il totale dei morti accertati e’ salito ad almeno 117 mentre i feriti sono piu’ di 3.000. Stando alle autorita’, inoltre, ammontano a oltre 10.000 le abitazioni distrutte. Sul posto e’ arrivato il primo ministro Li Keqiang che, insieme al presidente Xi Jinping, ha assicurato l’adozione di tutte le misure necessarie per aiutare le vittime del disastro, tra cui l’invio di 6.000 tra soldati e poliziotti per collaborare con i soccorritori.
Per i sismologi cinesi il movimento tellurico ha raggiunto magnitudo 7, mentre per il Centro di Controllo Geologico Usa l’intensita’ e’ stata pari a 6,6 gradi sulla scala aperta Richter. L’epicentro del sisma e’ stato individuato nei pressi della localita’ di Yan’an, e la prima scossa si e’ verificata alle 8,02 del mattino ora locale.
Le prime valutazioni indicano che il terremoto di oggi e’ stato grave, ma non come quello avvenuto nel 2008 vicino alla citta’ di Wenchuan, poco distante dall’epicentro del sisma odierno, che provoco’ 87.000 tra morti e dispersi.
In base alle prime testimonianze, il fenomeno ha causato il crollo di molti edifici nelle aree urbane interessate, e alcune frane hanno bloccato le strade. Yan’an si trova in un’area montuosa, ai piedi dell’altipiano del Tibet. Nelle zone colpite e’ stata interrotta l’erogazione di acqua e di energia elettrica. Seimila soccorritori, tra cui almeno duemila soldati, sono al lavoro per salvare il maggiore numero di persone in nove citta’ investite dal cataclisma. (AGI) .