Gossip giudiziario: 52 indagati alla Regione Piemonte, anche Idv e M5S

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19 apr. – Bufera sulla Regione Piemonte. La Guardia di finanza di Torino ha notificato 52 avvisi di garanzia ad altrettanti consiglieri regionali. Il reato contestato e’ il peculato.

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Andrea Beconi e dai sostituti Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi, l’utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari e in particolare sui rimborsi spese dal 2010.
L’inchiesta dei pm torinesi era iniziata lo scorso autunno, a settembre, ed era sfociata a dicembre negli avvisi di garanzia ai quattro consiglieri dei ‘monogruppi’, Verdi-Verdi, Insieme per Bresso, Pensionati per Cota e Federazione della sinistra.
Al centro dell’inchiesta le “spese pazze” dei consiglieri per le quali veniva chiesto il rimborso attingendo dai fondi pubblici a disposizione dei gruppi politici del Consiglio regionale del Piemonte.

In alcuni casi era emerso dalle indagini delle Fiamme gialle l’acquisto, tra gli altri, di tosaerba, videogiochi, consumazioni in bar delle Canarie, sedute in solarium.

Tra gli indagati nell’inchiesta sui rimborsi dei gruppi del Consiglio regionale piemontese c’e’ anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. Sono indagati anche nella loro qualita’ di consiglieri, gli assessori Claudio Sacchetto, Massimo Giordano ed Eleonora Maccanti.

COTA, “GIA’ ANDATO DAI PM A CHIARIRE”

“Mi sono gia’ recato spontaneamente dai pubblici ministeri per chiarire la mia posizione e saro’ in qualsiasi momento a loro totale disposizione per ulteriori necessita’”. Cosi’ il presidente del Piemonte Roberto Cota in merito all’avviso di garanzia inviatogli dalla procura di Torino. Cota spiega che gli sono contestate “alcune spese relative” alla sua “attivita’ politica di consigliere regionale”. “Ho sempre sostenuto in proprio la maggior parte delle spese per lo svolgimento dell’attivita’ politica – afferma Cota – ho utilizzato risorse del Gruppo Regionale per importi irrisori e nel rispetto di prassi consolidate, riducendo al minimo ogni esborso di denaro pubblico”. “La mia segreteria – aggiunge – ha applicato ed interpretato una legge che esiste da decenni. Sono stato tra i promotori della nuova e attuale normativa introdotta in Piemonte che ha praticamente azzerato i finanziamenti ai Gruppi Regionali e disposto una drastica riduzione dei costi della politica”.

Il presidente del Piemonte ribadisce quindi: “non un solo euro e’ finito sul mio conto corrente, ed in questo senso la Procura non ha mosso alcuna contestazione. Confido che la mia posizione verra’ chiarita e sara’ accertata la mia totale buona fede”. “La Regione versa in un momento difficile – conclude Cota – e’ mio dovere restare ed affrontare con senso di responsabilita’ istituzionale questo momento di grande disagio sociale”.

COINVOLTO NELL’INCHIESTA M5S,7 I NON INDAGATI

Tutti i gruppi, anche il Movimento 5 Stelle e l’Italia dei Valori, sono coinvolti nell’inchiesta. Gli unici consiglieri non coinvolti – da quanto trapela dagli ambiente investigativi – sono 7 e appartengono ai gruppi del Pd, Pdl e Lega Nord, oltre ai consiglieri subentrati recentemente dopo la tornata delle elezioni politiche.

A quanto si apprende i pm hanno notificato in maniera estesa gli inviti a comparire per valutare ogni singola posizione e cercare di capire, caso per caso, la finilita’ delle spese, se personali – come nel caso dell’acquisto di delle briglie per cavallo – oppure se di carattere generico, ma che in qualche modo collegate all’attivita’ consiliare, come nel caso di spese per ristoranti, trasporti, ecc. I reati contestati dai magistrati, al termine dell’analisi di un rapporto di 400 pagine della Guardia di finanza, sono maggiormente il peculato, in alcuni casi il finanziamento illecito e in un caso la truffa.

CASELLI, RILEVANTI DIFFERENZE INDIVIDUALI

“Vi sono differenze anche rilevanti tra le varie posizioni individuali, sia per la causale dei rimborsi, sia per l’ammontare complessivo”: lo precisa il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli in riferimento ai 52 avvisi di garanzia in corso di notifica stamane ai consiglieri regionali del Piemonte.
“Solo lo sviluppo e la conclusione dell’inchiesta – conclude il procuratore – potranno consentire una precisa e completa definizione di tali posizione”. agi