8 apr – “L’agricoltura senese sta pagando un prezzo enorme per un’emergenza che, per ora, è difficile risolvere: il sovrannumero degli animali selvatici. Gli agricoltori sono esasperati e stanchi per i danni causati dal flagello di questi animali, in primis cinghiali e caprioli, che stanno devastando letteralmente le coltivazioni, dai campi seminati ai vigneti, dagli alberi da frutto agli allevamenti in cui irrompono, causando danni economici elevatissimi”.
Così Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena, torna sul tema della corretta gestione del territorio e del contenimento degli animali selvatici. “Oggi corriamo un grave rischio – continua Ligas – che è quello dell’abbandono del territorio da parte delle imprese agricole soprattutto in quelle aree marginali ed economicamente difficili. Per Siena, da sempre considerata una delle perle della Toscana, sarebbe una grave perdita in tutela dell’ambiente e salvaguardia del paesaggio.”
Per Coldiretti Siena i danni da fauna selvatica non sono solo una questione di risarcimenti dei danni, infatti le imprese vorrebbero produrre per i consumatori senesi e per i tanti turisti che si avvicendano sul territorio e non per gli animali, ma anche un fatto di sicurezza delle persone e della qualità di vita nelle campagne e nelle città, come dimostrano gli episodi, sempre più frequenti, di incontri ravvicinati, fino alla porta di casa, con animali selvatici. Infatti, negli ultimi dieci anni, queste presenze, si sono quasi decuplicate e l’aumento di cinghiali e altri ungulati ha messo in allarme non solo le imprese agricole, ma anche la società e l’ambiente.
Un dato su tutti: in provincia di Siena, solo nel 2012, sono stati ben 254 gli incidenti stradali causati proprio dalla presenza di animali selvatici sulle strade.
“Auspichiamo una forte condivisione di tutti i soggetti interessati per la risoluzione dell’esubero di animali selvatici – commenta Francesco Sossi, direttore Coldiretti Siena – in sintonia con quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria e soprattutto dalle indicazioni che derivano dell’Ispra, ente terzo certificatore, per arrivare a risolvere la questione dei danni da fauna selvatica.
Oggi serve uno sforzo congiunto di tutte i soggetti interessati: mondo agricolo, venatorio e ambientalista, che sotto una regia degli organi provinciali preposti, trovino una soluzione che vada oltre i meri interessi corporativistici, ideologici e di bandiera”. Da una stima Eurispes, conclude Coldiretti, la moltiplicazione degli animali selvatici sta provocando gravi perdite economiche che nella penisola stanno superando i 70 milioni di Euro all’anno. (Fonte Coldiretti)