6 apr – Incredibile, se non siamo alla persecuzione, poco ci manca: secondo quanto riportato dal quotidiano “Le Figaro”, a Parigi presso i frequentatissimi Giardini du Luxembourg, in un soleggiato lunedì di Pasquetta, ad un padre di famiglia dell’Aisne, Franck Talleu, è stato ordinato da due gendarmi di levarsi la sweat-shirt che indossava, in quanto riportante il logo della “Manif pour tous” ovvero di coloro che si oppongono al matrimonio omosessuale.
Il logo rappresenta semplicemente un uomo ed una donna che si tengono per mano con i loro bambini, senza altre scritte o slogan. A Talleu è stata lasciata quale unica alternativa la possibilità di tenerla indosso, purché coprisse quel marchio, ritenendolo indecente o meglio “contrario al buon costume” ed al comune senso del pudore. Potrebbe insomma “provocare choc” in chi lo guardi, secondo il gendarme.
Era il primo aprile ed, all’inizio, monsieur Talleu ha pensato al classico “pesce”, ad uno scherzo. Poi ha capito che invece no, i due pubblici ufficiali erano serissimi e quella era la drammatica verità. Già la notizia in sé è sconcertante, tanto da suscitare la costernazione degli stessi presenti, che hanno assistito alla scena. In particolare, della moglie e dei sei figli, che con lui si trovavano semplicemente per fare un pic-nic primaverile e passare una giornata tutti assieme. “Non capivo quale reato avessi commesso, ho chiesto spiegazioni”, ha dichiarato Talleu. Ne è nata evidentemente una piccola, comprensibile, benché composta e pacifica discussione, valsa tuttavia all’uomo un’ora in caserma per spiegare la sua “intollerabile infrazione”, nonché un verbale con ammenda non precisata -il primo del genere nella storia- e la prospettiva d’essere perseguito dal pubblico ministero.
Per l’occasione il reato è stato riqualificato dal Commissario presente in loco, resosi conto di quanto debole in caso contrario fosse il rilievo mosso al povero padre di famiglia. Che si è così ritrovato ad avere organizzato, secondo la Gendarmeria, “una manifestazione ludica nei Giardini du Luxembourg senza la specifica autorizzazione”. E questo solo per essersi trovato con altre famiglie a passare una giornata assieme, portando uova di cioccolato per i bambini! Senza peraltro riuscirvi, stante il “tempestivo” intervento degli agenti.
Un incredibile ed intollerante pretesto! La verità è che, nell’epoca in cui chiunque viene lasciato libero di andarsene in giro come gli pare -e spesso purtroppo anche in modo sì davvero scostumato…-, fa ormai problema, anzi scandalo indossare una maglietta con un disegno. Diviene perseguibile ispirare un’idea, un concetto, un valore, quello della famiglia tradizionale, l’unica possibile. E chi lo faccia rischia di ritrovarsi alla pari dei più incalliti malviventi, come un galeotto, un avanzo di galera. Tant’è vero che Talleu è stato subito rilasciato, non appena si è levato la maglia e se l’è messa sulle spalle: “Era la condizione per rilasciarmi -ha dichiarato- I miei figli mi attendevano fuori da un’ora, per cui ho accettato di toglierla”.
Ora, di fronte “a questa enorme farsa”, sintomo di una censura sempre più spinta “alla libertà d’espressione” non in linea col regime ideologico imperante -ha proseguito-, è più difficile “insegnare ai ragazzi il rispetto dell’autorità. Se il solo disegno stilizzato di una famiglia su una t-shirt viene considerato contrario al buon costume, che ne sarà di una coppia, che vada a spasso con i figli tenendoli per mano? Occorrerà fare anche a loro un verbale?”. Una vicenda sintomatica, chiaro segno di quanto la demagogia omosessista sia divenuta ormai pericolosamente dominante e tirannicamente soffocante (M.F.).
Fonte corrispondenzaromana