Riccardi: l’Italia stressata da allarmi sociali pensa solo a sé

riccardi

5 apr – ”Colgo questa felice occasione per portare il saluto del Governo Italiano, e ribadire l’impegno a una rinnovata azione di cooperazione internazionale, misura della fiducia e solidarieta’ con cui un Paese guarda al mondo e si proietta nel futuro”. Inizia cosi’ l’intervento del ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, presente in occasione del meeting internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sulle comuni strategie di cooperazione tenutosi questa mattina a Roma.

”Questo lungo periodo di globalizzazione che stiamo vivendo ha imposto a tutti di ridefinirsi: Stati, popoli, aggregazioni umane. In questo quadro – aggiunge Riccardi – l’annosa transizione italiana si e’ trasformata in un lungo travaglio fatto di cambiamenti, tensioni, domande che cercano alla ricerca di risposte convincenti. Si tratta di una transizione complessa a cui sono stati dati vari nomi, che ha spostato gli equilibri sociali e politici del nostro paese ed ha ingenerato nell’opinione pubblica molta confusione.

Stressato da troppi allarmismi sociali – alcuni dei quali hanno descritto il mondo come una minaccia – il paese ha concentrato la sua attenzione solo si di se’, in una forma di introversione che spesso ho descritto come l’anticamera del declino. Eppure la globalizzazione e’ anche una stagione di opportunita’ in tutte le situazioni e di crescita per la cultura e l’economia dell’Italia”.

”Credo che a questo governo vada il merito – aggiunge il ministro – nei pochi mesi che abbiamo avuto e stretti dall’urgenza di evitare il disastro, di aver saputo ridare fiducia nel ruolo che l’Italia puo’ avere in molteplici quadranti geopolitici, a partire dalla ripresa della nostra reputazione in Europa, ma anche in un Mediterraneo che si e’ rimesso in movimento, cosi’ come in tante altre aree”.

”Sul tema della battaglia culturale ho iniziato la mia esperienza di ministro della Cooperazione – prosegue – avvertendo come fosse necessario in Italia un reale cambiamento. La nostra crisi non e’ solo finanziaria ma e’ piu’ profonda. C’era nel paese una crisi di sensibilita’ verso la coperazione: cosa significa – era la domanda di molti – cooperare con altri se siamo in crisi? A cosa serve la cooperazione? Cio’ non era espressione di un calo di generosita’ ma di un processo di introversione, di stanchezza, di ripiegamento che spesso una cattiva politica aveva cavalcato. Per questo ho voluto richiamare tutti a un dibattito nazionale, investire il Paese con il tema della cooperazione ormai da troppo tempo chiuso nel ghetto degli esperti e dei cultori della materia. La tematica della cooperazione e’ un settore delicato. Che vuol dire cooperare nel mondo globalizzato? Un continente che non coopera e’ un continente che declina”.

”Credo che la cooperazione sia una risposta alla crisi europea e una grande via di internazionalizzazione. Credo sia un metodo per concepire le nostre relazioni globali in modo nuovo – conclude Riccardi – con spirito unitivo, quello che costruisce ponti tra Stati, universi culturali, organizzazioni sovranazionali, societa’, mondo del privato profit e non profit, fino allo spazio della cultura e delle religioni. La ricerca di un grande disegno e di una strategia di messa in coerenza del sistema hanno rappresentato il mio indirizzo. Il Forum di Milano dell’ottobre scorso e’ stato il momento piu’ alto di questa ricerca e di questo impegno. La grande partecipazione (3000 persone) e gli echi che ce ne sono stati ci hanno dato la dimensione di quanto grandi fossero le aspettative”.

3 thoughts on “Riccardi: l’Italia stressata da allarmi sociali pensa solo a sé

  1. cooperiamo con il mondo, mandiamogli riccardi, la boldrini, grillo, ingroia, de magistris, monti, fini…con preghiera di tenerseli per sempre. 🙂

  2. MA PER FAVORE…..SI DOVREBBE SOLO CHE VERGOGNARE !!!! E LE DICO QUESTO PER NON ESSERE PIU’ SCURRILE NEI SUOI CONFRONTI……SI VERGOGNI E SPARISCA, NON SENTIAMO IL BISOGNO DI VEDERLA NE SENTIRLA CON I SUOI SCIOCCHI DISCORSI.

  3. Provi a riferirlo a Sheikh Abdul Aziz bin Abdullah, il Gran muftì dell’Arabia Saudita, che di recente ha sostenuto la necessità di distruggere tutte le chiese esistenti nella Penisola araba, a Yasir al-Ajlawni, salafita giordano, che con una fatwa ha invitato a stuprare le donne “non islamiche”, all’esaltato Aḥmadinejād, che non perde occasione per dichiarare il suo odio verso Israele, e al suo degno compare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un e vediamo l’effetto che fa. Il prof. più degli altri, ha deluso perchè proprio da lui ci si attendeva un’attenzione maggiore verso i problemi degli Italiani. Ora, per favore, si tolga gentilmente dai piedi!

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