29 mar – Centinaia di buddisti radicali hanno attaccato un magazzino di proprietà di un musulmano e ferito decine di persone a Colombo. Come rivelano alcune riprese fatte sul posto, alcuni monaci buddisti hanno guidato l’aggressione, lanciando pietre contro il deposito. Il fatto è avvenuto nella tarda serata di ieri in un quartiere della capitale, dove si trovano i magazzini della famosa catena di indumenti Fashion Bug. La polizia ha posto l’area sotto sicurezza.
L’attacco è l’ennesimo episodio di intolleranza religiosa perpetrato da alcuni gruppi radicali di singalesi-buddisti, che da tempo prendono di mira la comunità islamica. In particolare si tratta del Bodu Bala Sena (Bbs) e del Sinhala Ravaya (“eco singalese”), due gruppi estremisti la cui missione è quella di proteggere la popolazione buddista e singalese e la sua religione.
Per protestare contro questo crescente sentimento anti-islamico, il 25 marzo scorso un’associazione musulmana ha indetto uno sciopero (hartal). Per tutta risposta, il Bbs ha rilasciato un comunicato in cui affermava che “lo Sri Lanka non è un Paese multirazziale e multi-religioso, ma una nazione singalese e buddista”, e per questo “deve essere pronto a protestare contro i gruppi estremisti cristiani e musulmani che operano nel Paese”. Anche alcuni monaci sostengono questi gruppi radicali buddisti. Uno di loro, il Ven. Medagoda Abayathissa Thero, ha esortato le famiglie singalesi ad “avere almeno cinque o sei figli, affinché la popolazione singalese possa crescere e proteggere la razza singalese e buddista del Paese”.
Su una popolazione di 21,6 milioni di persone, il 73,8% è di etnia singalese. La religione ufficiale è il buddismo, praticato dal 69,1% della popolazione. Con appena il 7,9%, l’islam è la seconda religione del Paese, seguita per lo più da membri di etnia e lingua tamil. (asianews)