M5S attacca il decreto per pagare le imprese: ”Regalo alle banche, è una porcata”

grilli26 mar – Lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione verso i fornitori ”è compatibile con gli equilibri complessivi di bilancio determinati a livello europeo”. Inoltre, in prospettiva, ”una più veloce e sicura ripresa della crescita economica favorirà la sostenibilità della finanza pubblica italiana”. E’ quanto si legge nella relazione che il governo ha inviato al Parlamento, sui debiti della pubblica amministrazione.

Il provvedimento messo a punto dal governo, che prevede il pagamento di 40 mld nel biennio 2013-2014, è ”un intervento di natura straordinaria, disposto in accordo con le autorità europee e destinato non a finanziare nuova spesa ma a sanare, a beneficio del settore privato, situazioni di criticità nei flussi di pagamenti da parte della pubblica amministrazione”, assicura il governo.

Le strutture che beneficeranno del supporto dello Stato, si legge nella relazione, saranno chiamate a predisporre ”piani di rientro credibili e tali da garantire il rimborso del prestito lungo un arco temporale definito. Ne conseguirà, con ogni probabilità, una riprogrammazione della spesa nel tempo”.

Lo sblocco dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni ”tenderà a ridurre il fenomeno di chiusura di imprese, aggravatosi nel corso degli ultimi mesi” si legge nelle relazione. Secondo l’esecutivo, inoltre, si stima un ”deciso miglioramento del profilo della domanda interna e dell’occupazione, rispetto a quanto si sarebbe verificato in assenza di tale intervento”.

Ma sul decreto va all’attacco il Movimento 5 Stelle con Roberta Lombardi, capogruppo M5S alla Camera, che parla di ”porcata di fine legislatura”. ”Fermo restando che siamo assolutamente a favore del pagamento dei crediti alle PMI, non ci hanno convinto due punti della relazione di Grilli” dice Lombardi che contesta il passaggio in cui si stabilisce che ‘una parte dei pagamenti alle imprese confluirà immediatamente al sistema creditizio’.

“Ossia: i cittadini prendono un impegno per 40 miliardi di debito pubblico – rimarca – di cui una parte (nessuno sa quanta) andrà direttamente alle banche e da questa generosa, ennesima, regalìa ci si aspetta che subito erogheranno prestiti e finanziamenti alle PMI italiane. L’esperienza di questi anni ci ha reso cauti sugli effetti nell’economia reale dei finanziamenti alle banche”.

Non è tutto. C’è un altro punto che non va giù ai 5 Stelle. “‘Gli interventi programmati – recita Lombardi – prevedono il pagamento di una quota dei debiti relativi alle spese di investimento nell’ordine dello 0,5 punti percentuali di Pil, per cui il livello programmatico dell’indebitamento netto per l’anno 2013 si dovrebbe attestare al 2,9% del Pil, rispettando in tal modo i vincoli di bilancio imposti a livello europeo'”.

“Il 2,9% del Pil, come indebitamento netto, è sotto il famoso 3% del rapporto deficit/Pil – fa notare la capogruppo ‘stellata’ – Ossia con questo decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri, presentato in una Commissione speciale che avrà 3-4 giorni per curarne la fase istruttoria, presentarlo in aula e votarlo velocemente, ci stiamo giocando tutto l’indebitamento che possiamo stanziare per la crescita per il 2013 e per il 2014. Un decreto fatto in fretta e furia nelle segrete stanze come è solita fare la politica per una porcata di fine legislatura”.

A intervenire è anche Vito Crimi, presidente dei senatori del Movimento 5 Stelle, chiedendo che “tutti i 40 miliardi di euro del decreto sui debiti della Pubblica amministrazione siano destinati alle imprese. Le banche possono attendere!”. E annuncia: “Dopo che i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno scoperto il grimaldello pro istituti di credito, nascosto nella relazione sul provvedimento che sblocca il pagamento di una parte dei debiti della Pubblica amministrazione, il gruppo M5S al Senato chiederà con una risoluzione che tutto l’ammontare di questo provvedimento venga destinato alle imprese”.

In mattinata Bruxelles aveva confermato per l’Italia la possibilità di pagare i debiti della pubblica amministrazione alle imprese, ma evitando di “caricare troppo nel bilancio del 2013” la quota che incide sul deficit, per non raggiungere la soglia del 3% ed impedire la chiusura della procedura per deficit eccessivo. Il chiarimento è arrivato dal commissario europeo all’Industria Antonio Tajani, in una conferenza stampa, durante la quale ha sintetizzato: “Si può pagare, ma non arrivare a un deficit del 3%, la parte che dei pagamenti che incide su disavanzo potrebbe essere conclusa l’anno successivo o all’inizio del 2015”.