25 mar – “Non poniamo veti all’edificazione di moschee coerenti da un punto di vista architettonico, con cupole e minareti, purché costruite nel rispettato delle norme sull’edilizia”.
A parlare è Francesco Cappelli, da due mesi assessore all’Educazione, che interviene così nel dibattito sollevato dalla comunità turca Milli Gorus che vorrebbe costruire una moschea in via Maderna, a Milano. Il Comune ha bloccato il cantiere dopo avere constatato irregolarità nei permessi edilizi.
“Dobbiamo valutare le quaranta richieste di accreditamento pervenute da parte delle comunità, l’albo sarà operativo a giugno – dice Cappelli – Dopo l’estate affronteremo la questione dei luoghi di culto”.
La data entro cui si conta di regolarizzare i centri di culto islamici esistenti, e di individuare aree per ospitare le realtà senza una sede, è il 2015. “Arrivare a una soluzione in tempo per Expo sarebbe auspicabile “, dice il nuovo assessore.
E mentre Cappelli affronta il tema generale dei luoghi di culto, il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris torna sul caso di via Maderna. “La questione non ha nulla a che vedere con la libertà religiosa e l’esercizio del culto. Si tratta di un caso di opere avviate in difformità dalle richieste presentate: la proprietà ha richiesto di realizzare opere interne ed esterne di manutenzione su un immobile a destinazione produttiva senza chiedere il cambio d’uso. È emerso invece che erano in corso lavori di sostanziale ristrutturazione. È evidente che si tratta di un abuso indipendente dal tema religioso “.