Bologna: 48 bus gettati, Corte dei Conti chiede danni per 24,7 mln di euro

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12 febbr – (ItaliaOggi) La Corte dei Conti ha denunciato, a livello nazionale, 300 milioni di sprechi nel settore pubblico. Possibile ci sia tanta dabbenaggine? Beh, un esempio arriva dalla (supposta) virtuosa Bologna, un tempo additata come esempio di buongoverno. Invece la locale guardia di finanza lancia un duro j’accuse: mentre i politici si lamentano dei tagli ai bilanci e colpevolizzano il governo qui si dilapidano 34 milioni 781 mila e 960 euro. […]

Una vicenda kafkiana se a riportarci alla concretezza non fosse una montagna di soldi pubblici dilapidata. Sì, sono stati sperperati 150 milioni, arrivati nelle casse comunali attraverso imposte e tasse. Il tutto per un mezzo pubblico di trasporto, il Civis, un maxi-autobus di 18 metri a fibra ottica, progettato, ordinato, poi la fibra posta sotto l’asfalto con disagi per automobilisti, cittadini e commercianti, costruite le banchine con le fermate lungo il percorso oltre ad appositi sottopassi e rotonde, realizzati filmati per illustrarne le meraviglie. Il tutto tra stop and go. Stop, perché fare passare in un centro storico medioevale e alla base delle Due Torri, simbolo della città, un gigante di quel genere non solo trovava l’ostracismo degli ultrà dell’ambiente ma anche di architetti e geologi solitamente pacifici. Go, perché comunque i lavori (per lo più appaltati a cooperative) proseguivano e a ogni ripresa il costo lievitava.

Rispetto ai 150 milioni finora spesi, la guardia di finanza ne ha stralciato 24,7 e ha messo sul tavolo della Corte dei conti il dossier che contabilizza solo la spesa degli euro gettati via per acquistare i 48 autobus, fatti arrivare in tutta fretta e che stanno arrugginendo in un deposito alla periferia della città. Sono quindi escluse da questo conto, per esempio, le pensiline poichè esse sono riciclabili a supporto dei vecchi autobus che continuano a circolare per la città.

Il progetto-Civis fu avviato da Giorgio Guazzaloca, il sindaco civico (sostenuto da Pierferdinando Casini) che strappò la città rossa al Pd. Era il 2004. Il suo successore, Sergio Cofferati, arginò il progetto limitando il percorso. Il nuovo sindaco, Virginio Merola, lo ha cancellato, riconvertendolo nel Crealis in modo da cercare di evitare contenziosi. Si tratta di nuovi autobus che costano 700 mila euro l’uno. Ha scherzato Beppe Grillo durante un suo recente intervento in piazza Maggiore: «Era guidato da una fibra ottica, una striscia bianca per terra. Arrivava sulle strisce pedonali e girava su se stesso. Bisogna togliere questi politici di lì immediatamente».

Il bello è che mentre la guardia di finanza conteggia il danno all’erario e lo passa alla Corte dei Conti, Bologna è soffocata da una tangenziale perennemente intasata e dalla mancanza di un collegamento veloce tra stazione, fiera e aeroporto perché mancano i fondi. L’ultima infrastruttura realizzata risale agli anni 70 e l’immobilismo si riversa sotto forma di gap sulle attività produttive e commerciali.

Nella tormentata vicenda ha un ruolo anche la Provincia, che, all’epoca di Guazzaloca, aveva addirittura presentato un ricorso al Tar lamentando le incongruenze del progetto, in particolare quella che ha attirato poi l’attenzione della procura: perché acquistare i Civis prima che essi avessero superato l’esame di agibilità e ottenuto i permessi alla circolazione da parte del ministero dei Trasporti? È come se uno comprasse un’auto senza il libretto di circolazione. Ma sconfitto Guazzaloca e arrivato Cofferati il ricorso al Tar venne ritirato, senza spiegazioni (se non forse pronunciate nella sede del Pd).

Il Civis acquistato senza che fosse omologato: come mai? Un altro fascicolo è aperto presso la Procura della Repubblica e riguarda l’accusa di corruzione per i vertici di Ccc, la coop che ha sforacchiato la città, l’Atc, l’azienda locale dei trasporti, Iribus, la fornitrice dei 48 Civis, ramo del gruppo Fiat. Tra loro vi era anche l’ex-sindaco, Giorgio Guazzaloca, che è stato prosciolto. L’accusa è di avere formulato un bando che necessariamente avrebbe portato all’acquisto dei Civis. «Appare rilevante che si sia consentito – è scritto nella perizia tecnica richiesta dalla procura – in assenza di una previa validazione del progetto con l’ottenimento del prescritto nulla osta definitivo, il concreto avvio dei lavori con il rischio, poi concretamente verificatosi, di una possibile bocciatura del sistema innovativo proposto da parte della commissione di sicurezza, con tutti gli evidenti ed inevitabili inconvenienti derivanti dal fatto che medio tempore si sia proceduto ad effettuare la fornitura e a realizzare le opere civili».

La Corte dei conti di Bologna dovrà ora aggiungere questa prima tranche di 34,7 milioni (sui 150 milioni globali) spesi inutilmente per 48 autobus a fibra ottica che non sono mai usciti dal loro deposito ai 300 milioni già individuati e conteggiati dalla procura generale in ambito nazionale.

di Giorgio Ponziano