SI CHIAMA ‘’BRUEGEL’’ LA LOGGIA D’ORO DI MARIO MONTI – NON SOLO BILDERBERG E TRILATERAL: L’ASSOCIAZIONE FONDATA DAL PROF NEL 2004, POI PRESIEDUTA DA TRICHET, INCASSA FINANZIAMENTI MILIONARI DAI GOVERNI DI MEZZA EUROPA (ITALIA COMPRESA) E DAI COLOSSI DELLA FINANZA E DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA – INTITOLATA AL PITTORE FIAMMINGO IDOLO DEGLI OCCULTISTI, E’ ALL’OTTAVO POSTO NELLA CLASSIFICA DEI “THINK TANK” PIU’ POTENTI DEL PIANETA
Rita Pennarola per La Voce delle Voci
Non solo Bilderberg. O la Trilateral. Non bastavano nemmeno gli Illuminati alla collezione di Mario Monti, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi rimbalzato quotidianamente sul web per le sue conclamate appartenenze a logge supermassoniche mondiali.
Lui, il premier, fin dal 2004 aveva fondato in Europa una compagine tutta sua. Si tratta di Bruegel, un nome che fa discutere fin dal suo primo apparire. Per Monti e i suoi, si tratta di un semplice acronimo (Brussels European and Global Economic Laboratory). Per i piu’ sospettosi, evocare il grande artista fiammingo del 500, noto per la rappresentazione dei ciechi, e’ l’implicito riferimento a quel panorama occulto della finanza mondiale che i cittadini non possono – e non devono mai – vedere.
Ma chi e’ e cosa fa Bruegel? Loro si definiscono naturalmente e senza alcun imbarazzo i filantropi dell’economia europea. Nel senso che solo grazie al loro insegnamento potremo avere nel vecchio continente i grandi economisti di domani. E giu’ finanziamenti miliardari (in prima fila big pharma, con colossi come Novartis e Pfizer, poi banche come Unicredit ed UBS), economic schools in mezzo mondo, tutor prelevati dalle accademie piu’ conservatrici del pianeta (anche quando la conservazione e’ “di sinistra”). Tra i generosi elargitori di fondi non ci sono solo i privati, bensi’ i governi di Stati come Italia, Francia, Belgio, Olanda e naturalmente la Germania.
Passiamo al board. Quando Monti lascia la carica di presidente (rimanendo padre fondatore del sodalizio), gli subentra l’ex presidente della Banca Centrale Europea Jean Claude Trichet. Fra gli italiani di prima fila ecco Vincenzo La Via, in Bruegel da lunga data ma assurto a notorieta’ nazionale solo un anno fa quando Monti, diventato premier, lo chiama al suo fianco come direttore generale del Tesoro, carica che riveste tuttora.
(È indicativo, inoltre, che alle riunioni del Bruegel partecipino anche rappresentanti delle più importanti multinazionali, certo interessate a tutelare e, se possibile, estendere il liberismo. Tra i nomi, spiccano Goldman Sachs, Novartis, Microsoft, Google, Telekom, EDF, General Electric, New York Stock Exchange (cioè la borsa di Wall Street), Syngenta, UBS, Mastercard. Società di mezzo mondo, tranne che italiane.)