La UE ai tecnocrati: ad Atene vietato farsi riconoscere. Paese inferocito dalla fame e dall’ingiustizia

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15 mar – Atene come Kabul: ormai è zona di guerra, almeno per i funzionari dell’Unione Europea. Che hanno ricevuto istruzioni sconcertanti: stare lontano dalle piazze, rintanarsi in casa, sprangare le finestre. E soprattutto: non farsi riconoscere come funzionari di Bruxelles, perché sarebbe pericoloso: «Attenzione a documenti, badge di identificazione o altri oggetti che dimostrino l’affiliazione di primo piano alle istituzioni europee».

Lo rivela il giornale “To Vima”, che ha reso pubblico l’incredibile vademecum distribuito dalla Commissione Europea ai suoi uomini in missione nella capitale ellenica: evitare le “zone calde” e le manifestazioni, anche a costo di dover annullare riunioni importanti. Letteralmente: «Non stare dietro le finestre o sul portone di un palazzo per guardar passare il corteo: la vostra presenza potrebbe provocare una reazione aggressiva da parte dei manifestanti». E ancora: «Chiudere le finestre della stanza, in modo da non essere soggetti a possibili usi di gas lacrimogeni da parte della polizia». E restare anonimi, come gangster latitanti o spericolati 007 in territorio nemico.

«Non indossare abiti che possano indicare la propria attività professionale», raccomanda il decalogo di Bruxelles. «Ad esempio, non indossare il Barroso distintivo all’esterno degli edifici della Commissione e non leggere giornali della Commissione nei luoghi pubblici». “Consigli” che sembrano riesumati dagli anni del terrore nazifascista: «Attenzione a chi può ascoltare. Evitare di discutere di argomenti professionali (indicando sale, riunioni, orari, nome di hotel e qualsiasi altra informazione personale sulla propria  missione) in pubblico, per strada, in metropolitana o per telefono. Essere consapevoli del fatto che si può essere presi di sorpresa». Se possibile, addirittura, è meglio «evitare di prenotare hotel e taxi a nome  della Commissione». Mai abbassare la guardia, neppure a tavola: come le SS durante l’occupazione. «Se si vuole andare a bere qualcosa, a pranzo o a cena dopo la riunione, non portare documenti sensibili in luoghi ad alto traffico come bar e ristoranti».

Maria Damanaki, membro della Commissione Europea, ha immediatamente protestato con José Manuel Barroso per la diffusione di quello che doveva restare un documento riservato, racconta il blog “Come Dion Chisciotte”, citando fonti elleniche. «La diffusione di note a supporto del regolamento per la sicurezza del personale di Bruxelles può danneggiare l’immagine del paese», protesta il capo della rappresentanza della Commissione Europea in Grecia, Panos Karvounis.

Se non altro, prende nota “Real-Fm”, ora almeno i tecnocrati europei sanno a cosa vanno incontro: il drammatico vademecum «dimostra che la Commissione adesso è turbata, e che si attendono rivolte o comunque disordini in Grecia e forse in altri paesi dell’Europa meridionale». Di fatto, quel “codice di buona condotta” spiega al personale della Commissione «il modo migliore per nascondersi», in un paese inferocito dalla fame e dall’ingiustizia, scosso da episodi quotidiani come quello della Maria Damanakimorte di Nikos e Savas, due studenti intossicati dal monossido di carbonio sprigionato dal braciere col quale tentavano di scaldarsi, a Larissa.

Con tutti i suoi fuochi accesi, avverte “Come Don Chisciotte”, la Grecia «rischia di finire prima o poi in un rogo sociale, che brillerà di una luce che probabilmente sarà la sua luce finale». Nikos e Savas uccisi, e altri tre studenti ricoverati in gravi condizioni. «I loro assassini hanno un nome», scrive su un blog un genitore, che accusa il ministro delle finanze Yannis Stournaras, il premier Antonis Samaras e il capo del Pasok, Evangelos Venizelos, insieme a Kouvelis Fotis, leader del partito di governo della “sinistra democratica”, tutti allineati con il disumano regime di austerity inflitto ai greci dalla Troika formata da Commissione Europea, Bce e Fmi.

“La violenza più grande è la povertà”, protestano gli striscioni degli studenti: “Voi ci state uccidendo, andatevene”. A due passi, gli imperturbabili emissari della Troika in riunione al Dipartimento della Finanza hanno mostrato «una completa indifferenza ai fatti accaduti, lasciando sbalorditi tutti gli impiegati». Su un muro vicino, da tempo, campeggiava la scritta: “Vogliono fare di noi degli schiavi”.

Tutto vero, purtroppo. Il 26 febbraio, nel corso di un incontro tra il ministro dello sviluppo Handjidakis Kostis e i rappresentanti di undici multinazionali, si è discusso di “impegni e rigidità” che comportano ancora l’esistenza di un salario minimo, in Grecia, anche se «si sta visibilmente avviando verso i 200 euro al netto mensile per un tempo pieno», riferisce “Come Don Chisciotte”.

Una commessa di una catena internazionale di negozi del Pireo ha recentemente ammesso, intervistata da “Real-Fm”, che il suo stipendio netto già non supera i 300 euro. E la Grecia è solo l’anticamera della catastrofe continentale: già più di un milione di portoghesi hanno manifestato nei giorni scorsi contro la Troika, rispolverando le canzoni della “Rivoluzione dei Garofani”, perché credono che il regime di Bruxelles sia una forma di dittatura. Nonostante ciò, osserva Yiorgos Delastik sulle colonne del quotidiano “Ethnos”, i media generalisti di mezza Europa Yiorgos Delastik sembrano «ignorare in modo permanente» i recenti rivolgimenti portoghesi, spagnoli e anche italiani.

Il candidato socialdemocratico tedesco Peer Steinbrück detesta Grillo e Berlusconi? Ovvio: hanno mobilitato il 55% dell’elettorato italiano sotto le bandiere dell’anti-germanesimo. «Piaccia o no – scrive Delastik – sia i politici tedeschi che noi sappiamo che questa è l’ideologia più condivisa dalla maggioranza degli italiani, un paese che è la terza più grande economia della zona euro, uno dei sei membri fondatori della Cee, più di mezzo secolo fa».

Esplosa in Grecia e divampata elettoralmente in Italia, la rivolta anti-Berlino «non potrà che  alimentare oggettivamente la stessa corrente attraverso tutti gli stati dell’Eurozona e dell’Unione Europea». Grillo e Berlusconi “due clown”? «Capisco l’amarezza di Steinbrück che deve affrontare la realtà: i servi agli ordini dei tedeschi, Pierluigi Bersani e Mario Monti, si sono dimostrati in grado di controllare il Senato per poter imporre la politica dettata da Berlino. E questo – aggiunge l’editorialista di “Ethnos” – nonostante una legge elettorale che usurpa la volontà del popolo». Tutto questo mentre la Grecia brucia, e Barroso raccomanda ai suoi di restare ben nascosti, come pericolosi ricercati. (libreidee.org)