8 feb. – Riunione plenaria dell’Osservatorio della pesca del Mediterraneo oggi a Palermo, dove a Palazzo dei normanni si sono ritrovate delegazioni di Malta, Tunisia, Libia, Turchia, Guinea Equatoriale, Repubblica del Congo, Mauritania, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Algeria, Yemen e Oman. Nel corso dei lavori e’ stata discussa la bozza del “Rapporto Annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia 2012”, redatto annualmente dallo stesso Osservatorio e che presenta alcuni contributi di rappresentanti di Paesi del bacino. “E’ necessario -ha detto Giuseppe Pernice, coordinatore dell’Osserrvatorio– invertire la rotta tracciata dalla politica dell’Ue in materia di pesca, bloccare le demolizioni e lo smantellamento della flotta siciliana in atto dal 1991″.
Secondo Pernice, “il fatto anomalo, oltre che grave, e’ evidenziato dalla attuale misura delle demolizioni che ha interessato pescherecci relativamente giovani; cio’ e’ indice significativo della mortalita’ del comparto peschereccio che ovviamente si riflette su tutto l’indotto e la filiera ittica”.
Un quadro “ancor piu’ sconfortante se consideriamo che la pesca e l’acquacoltura rappresentano lo 0,58% dell’intera economia siciliana, mentre le stesse attivita’ occupano lo 0,17% nelle economie delle altre regioni a obiettivo convergenza”, ha rilevato Pernice. “L’Europa -ha affermato l’assessore regionale Dario Cartabellotta- deve sapere che le regole che impone penalizzano i pescatori siciliani che devono confrontarsi con quelli del Nord Africa, non soggetti alle loro stesse regole e che pescano nello stesso mare”. Il governo regionale, ha assicurato l’assessore, “si impegnera’ affinche’ pesca faccia rima con pace ma non permettera’ che le regole dell’UE, come e’ accaduto in agricoltura, impoveriscano le marinerie siciliane e rendano i nostri consumatori dipendenti dai mercati esteri“.
L’assessore Cartabellotta ha sottolineato che “la Sicilia intende promuovere un modello mediterraneo della pesca in favore dell’alta qualita’ del prodotto e della sostenibilita’ ambientale. Un modello di regionalizzazione della pesca che metta in primo piano la difesa del pescatore e la tutela del mare”.
Altra questione discussa durante i lavori, la crescente presenza nel Mediterraneo di “zone economiche esclusive” istituite unilateralmente da Paesi rivieraschi. Questo, e’ stato detto, “potrebbe essere accettato soltanto a patto che le marinerie di questi Paesi, impegnate negli stessi areali dei pescatori siciliani, condividano le stesse regole comunitarie”.
A margine dei lavori, il presidente del Distretto produttivo della pesca, Giovanni Tumbiolo, e l’assessore Cartabellotta hanno consegnato un riconoscimento al console italiano a Bengasi, Giuseppe De Sanctis, per la sua vicinanza e sostegno ai pescatori mazaresi nei recenti casi di sequestri. (AGI) .