Vertice Ue: rischio nuova spaccatura. Monti a Bruxelles con l’appoggio di Bersani

Monti-Bersani

11 mar – Europa di nuovo a rischio spaccatura la prossima settimana, stretta tra il rischio che il Parlamento Ue mandi all’aria l’accordo sul bilancio e la resistenza degli Stati del Nord alle richieste dei Paesi piu’ deboli di sgombrare la via della crescita dagli ostacoli del rigore. Su tutto pesa l’incognita Italia, che giovedi’ arrivera’ sul tavolo di un vertice europeo gia’ ‘innervosito’ dalla battaglia crescita-austerita’, e che vuole assicurarsi che l’instabilita’ italiana duri il meno possibile.

Il premier Mario Monti arriva giovedi’ a Bruxelles con l’appoggio del leader del Pd Pierluigi Bersani, che nei giorni scorsi aveva convocato assieme a Grillo e Berlusconi proprio per informare tutti i protagonisti del futuro Parlamento sugli sviluppi del dibattito europeo. L’Italia non e’ tra i temi in agenda del vertice, ma sara’ molto difficile evitare domande e dubbi dei leader, spiegano a Bruxelles, perche’ sebbene non vi sia alcuna emergenza nell’immediato, il timore e’ che una prolungata instabilita’ comprometta i progressi fatti dall’Eurozona in termini di stabilita’ finanziaria.

L’Italia non ha problemi di conti pubblici, anche in base alle ultime previsioni economiche di Bruxelles raggiungera’ il pareggio strutturale gia’ da quest’anno. Resta il problema del debito da abbassare, ma altrettanto problematica e’ la situazione della competitivita’ e della crescita: una recessione che raggiunge il -1% quest’anno, sommata ad una disoccupazione tra le piu’ elevate d’Europa, richiede un’azione immediata sul fronte sviluppo. E’ per questo che l’Italia, assieme alla Francia, e’ uno dei principali ‘sensibilizzatori’ sul tema in sede europea.

Ma e’ proprio li’ che giovedi’ si rischia la spaccatura: i ‘falchi’ o ‘rigoristi’ del Nord, a cominciare dalla Germania, non percepiscono ancora la crisi del pil e non sembrano spaventati dalla recessione dell’Eurozona certificata anche per quest’anno. Si profila quindi una battaglia che vede l’Italia, pur senza un nuovo governo, chiamata a fiancheggiare l’agguerrita Francia di Hollande in prima linea. Un altro fronte che rischia di portare a nuove divisioni, stavolta tra istituzioni (Parlamento europeo e Consiglio) e’ il voto che mercoledi’ l’eurocamera e’ chiamata a dare sull’intesa di bilancio europeo 2014-2020 faticosamente raggiunta nella maratona negoziale durata 48 ore il 7 febbraio scorso.

Al Parlamento non piace, lo ha detto da subito, perche’ si e’ sacrificato lo stimolo alla crescita a beneficio di voci tradizionali di spesa come l’agricoltura. Ma gli eurodeputati potrebbero comunque dare il loro ok se gli Stati gli concedessero la revisione nel 2014, ovvero dopo le elezioni europee e magari a recessione finita, in modo da poter aggiustare le cifre senza sottometterle all’austerita’ questi tempi.