11 mar – A fianco del Pil, arriva il Bes, il nuovo indicatore di ‘Benessere equo e sostenibile’ coniato dall’Istat e dal Cnel che i rispettivi presidenti delle due istituzioni, Enrico Giovannini e Antonio Marzano, hanno presentato oggi a Montecitorio alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e del presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.
Non un singolo indicatore statistico, ma un complesso, e pressoche’ unico al mondo, insieme di 134 indicatori che descrivono i 12 ambiti – dall’istruzione, al lavoro, passando per le relazioni sociali e il paesaggio – ritenuti dagli italiani fondanti il loro benessere. Cosi’ concepito il Bes e’, pertanto, capace di fornire ai decisori politici strumenti di orientamento tali, da poter essere definito una sorta di ‘Costituzione statistica’.
”Non essendoci una categoria standard di benessere, abbiamo pensato di declinarlo partendo dall’ascolto dei cittadini: chiedendo loro cosa intendessero per benessere”, ha descritto cosi’ l’elemento di novita’ assoluta del Bes italiano, la prof.sa Maria Teresa Salvemini del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), in un briefing con la stampa. Un apposito ‘Comitato di indirizzo’ ha incontrato e ascoltato numerosissimi rappresentanti della societa’ civile, sindacati, associazioni di categoria, ambientalisti, comitati di donne e di lavoratori. Tutti interrogati sul medesimo quesito: cosa intendete per benessere’? Sulla base delle risposte, una Commissione scientifica ha poi provveduto ad elaborare le informazioni ottenute in ”un insieme condiviso di indicatori utili a definire lo stato e il progresso del nostro Paese”, ha ricostruito Salvemini.
”La condivisione e’ il vero elemento di novita’ del Bes: non e’ l’Istat che definisce a tavolino il concetto di benessere, ma lo definisce in virtu’ di come esso e’ realmente percepito dai cittadini: una novita’ assoluta, mai perseguita prima da nessun paese al mondo, che viene guardata con estremo interesse dall’estero”, ha spiegato la prof.sa Linda Laura Sabbadini, dell’Istat.
”In quanto equo – ha aggiunto – il Bes non valuta il miglioramento assoluto di una societa’, ma tiene conto delle disuguaglianze che implica. Cosi’, in quanto sostenibile, il Bes misura quanto costa il nostro progresso in termini di capitale intaccato per le generazioni future”.
Alla pubblicazione del primo rapporto Bes2013, si affianca il lancio del sistema informativo Bes consultabile su www.misuredelbenessere.it.