9 mar – “Nonostante le notevoli carenze di dati sul prelievo idrico interno, l’Italia con un prelievo pari a circa il 30% delle risorse idriche rinnovabili disponibili può essere classificato come un Paese soggetto a stress idrico medio-alto”. Così il rapporto dell’Ocse sulle performance ambientali in Italia, presentato a Roma.
“La qualità delle risorse idriche – si osserva nello studio – si è mantenuta stabile e la qualità delle acque dei fiumi è migliorata; la concentrazione di fosforo e nitrati nei principali fiumi italiani è diminuita in seguito a una riduzione dell’intensità della produzione agricola”. “Le medie nazionali nascondo però notevoli disparità tra le regioni e il Mezzogiorno ha fatto registrare performance inferiori al nord del Paese”.
Tra le conclusioni dell’Ocse sulla gestione dell’acqua viene messo in evidenza che è “necessario e urgente che l’Italia si doti di una visione strategica per il settore idrico, definendo in che modo il governo possa assistere al meglio le autorità regionali e locali; sembra essenziale razionalizzare gli accordi istituzionali per la gestione dei bacini idrografici per migliorare efficacia ed efficienza”. Ed infine serve “proseguire con la riforma del settore anche per risolvere i gravi problemi legati all’insufficienza e all’obsolescenza delle infrastrutture”.