8 marzo – “Non posso confessare nulla perche’ non c’entro niente. Chiariro’ al piu’ presto la mia posizione ai pm senesi per capire di cosa mi accusano. La mia serenita’ e il mio futuro professionale sono a rischio”. Fabrizio Cerasani, direttore di Enigma, non si nasconde, anzi chiede attraverso l’Adnkronos di essere ascoltato dai magistrati senesi che indagano sulla vicenda Mps. “Voglio spiegarmi, voglio chiarire, voglio salvare la mia azienda”.
Le accuse lette sui giornali ma mai contestate dai magistrati, i sequestri subiti, le prime pagine sui giornali e il conseguente crollo del suo business sono difficili da affrontare per chi “da una vita, ha lavorato giorno e notte per costruire una societa’”, con sede a Milano e Londra, “che ora rischia di chiudere lasciando a casa circa 40 famiglie“.
Nello studio di via Voghera a Milano i dipendenti guardano i monitor delle contrattazioni, le mani non battono sui tasti “e il telefono ha smesso di squillare” da quando per Cerasani e David Ionni si e’ profilata l’accusa di essere i ‘sodali’ attraverso cui l’ex capo dell’area finanza di Mps Gian Luca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi, avrebbero messo a segno le operazioni speculative per presunti guadagni personali.
“Non conosciamo Baldassarri -spiegano sia Cerasani che Ionni-, non abbiamo mai ricevuto nessun avviso di garanzia dalla Procura senese nonostante da settimane il nostro nome sia associato a operazioni di cui siamo estranei”. adnk