La Corea del Nord minaccia, Pechino invita alla calma

Pyongyang8 mar. – Alta tensione nella penisola coreana all’indomani dell’approvazione di nuove sanzioni Onu contro il regime di Pyongyang. La Corea del nord ha denunciato il Trattato di non aggressione con quella del Sud e ha tagliato con effetto immediato la linea rossa telefonica con Seul.

L’annuncio e’ stato dato con un comunicato letto al telegiornale e arriva dopo che Pyongyang aveva minacciato un attacco nucleare “preventivo” contro gli Stati Uniti. A questo riguardo un generale dell’Esercito Popolare nordcoreano, Kang Pyo-yong, ha assicurato che i missili nucleari capaci di raggiungere gli Usa sono pronti per il lancio.

Il Trattato di non aggressione firmato nel 1991 impegna alla risoluzione pacifica delle controversie tra le due Coree e alla prevenzione di incidenti militari tra i due Paesi. La Cina, uno degli ultimi alleati rimasti al regime comunista nonostante il via libera alle nuove sanzioni, ha invitato la Corea del nord alla calma. “La Cina chiede a tutte le parti coinvolte di esercitare la calma e la moderazione evitando azioni che potrebbero creare un’ulteriore escalation di tensioni”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, sottolineando la “preoccupazione” di Pechino per questa situazione.

E’ la terza volta dalla sua attivazione, nel 1971, che Pyongyang tagliare la linea telefonica diretta Nord-Sud.
Intanto, il giovane leader nordcoreano Kim Jong-Un, ha minacciato la “guerra totale”: visitando le basi militari su due isolette vicino al contestato confine marittimo con la Corea del Sud ha affermato che Pyongyang “e’ pronta a combattere una guerra totale in stile coreano”.

Parlando alle truppe di stanza nell’isola di Mu, Kim ha minacciato che la minima provocazione si tradurra’ in un ordine immediato di “sostanziale avanzata” lungo la linea di frontiera. Sull’isola, il leader coreano -che era accompagnato da una folta delegazione di gerarchi di regime- ha ispezionato le unita’ di artiglieria che nel novembre del 2010 colpirono la vicina isola sudcoreana di Yeonpyeong, uccidendo quattro persone, e scatenando per qualche ore i timori di una guerra conclamata.

Le immagini del tour sono state rilanciate con dovizia di particolari dalla tv di stato, in ossequio alla retorica di regime: si vede il dittatore che scruta, attraverso il binocolo, l’isola dirimpettaia, apparentemente impegnato a discutere con gli ufficiali che lo attorniato gli obiettivi da colpire; ovunque lui vada, viene accolto dai soldati con le famiglie e i bambini che applaudono e lo applaudono; ad un certo punto, quando la sua lancia salva dalla spiaggia dell’isola, si vedono i militari che si immergono con il petto fino alla cintura pur di potergli dare un ultimo saluto.

E adesso gli analisti si interrogano sulle nuove minacce.
La Corea del Nord e’ armata fino ai denti, ma in realta’ la minaccia contro gli Stati Uniti e’ piuttosto vaga; piu’ a rischio, invece, Corea del Sud, Giappone e i territori americani di Guam. Le coste nipponiche sono a meno di 1.000km di distanza e rientrano nel raggio dei missili a corta e media distanza negli arsenali di Pyongyang.

In termini numerici, l’esercito nordcoreano e’ formidabile, ben superiore a quello della vicina ‘sorella’ del sud: gli oltre 1,2 milioni di soldati nordcoreani sono il doppio delle 640mila unita’ sudcoreana (che sono poi appoggiate da circa 26mila soldati statunitensi di stanza nel Paese). Ma l’efficacia dell’esercito nordcoreano e’ bel lontana da quello che i numeri sembrano suggerire: il poverissimo regime ha pressoche’ abbandonato l’esercito convenzionale concentrandosi sulle armi nucleari e i missili balistici. Seul, comunque, a dicembre ha messo in guardia dal rischio che l’artiglieria schierata lungo la zona smilitarizzata che separa le due Coree possa lanciare una raffica di colpi “improvvisa e massiccia” sulla capitale Seul, che si trova ad appena 50km dal confine.