6 mar – Un attacco cibernetico ”puo’ produrre effetti devastanti ed immobilizzare l’intero Paese”. Lo ha detto il premier Mario Monti all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di formazione per ‘007’.
Ha nche dichiarato che ”tra pochi giorni sara’ in Gazzetta Ufficiale un decreto per accrescere la capacita’ di rispondere a questa minaccia”.
”La sicurezza e lo sviluppo economico sono un binomio inscindibile” per il nostro sistema-Paese.
Lo afferma il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, in pratica la scuola dei nostri ‘agenti segreti’.
Monti spiega che l’attivita’ di intelligence non si svolge piu’ solo negli ambiti tradizionali ma deve fronteggiare ”nuove minacce emergenti, minacce all’economia e alla finanza, ai mercati energetici e ai sistemi cibernetici”. Il premier spiega che su queste nuove frontiere ”gli altri paesi si stanno attrezzando” ma, aggiunge, ”e’ soprattutto l’Italia” che deve farlo. Tutelare i nostri interessi economici sia in Italia che all’estero con attivita’ di intelligence rappresenta ”per noi un vantaggio competitivo fondamentale”. Questo, precisa Monti, ”non e’ protezionismo ma e’ la base per una concorrenza aperta, efficace”.
Per Monti c’e’ quindi ”l’urgenza di adeguare l’azione dei servizi ai nuovi scenari e ai nuovi obiettivi che non sono piu’ solo quelli politici, militari ma – ribadisce – comprendono anche i settori economici del nostro Paese”.
Insomma, aggiunge, e’ necessario indirizzarsi sempre di piu’ verso ”una attivita’ di intelligence economica” che ”deve seguire due direttrici di fondo nella sua ricerca di informazioni: prevenzione da minacce ai sistemi economici mondiali; supporto alle decisioni del governo volte a sostenere il sistema-Paese”.
La recente riforma del nostro sistema di intelligence muove nella direzione di ”ottenere una attivita’ informativa sempre piu’ efficace e a costi sempre minori”, dice Monti spiegando che con i provvedimenti adottati si e’ reso ”lo strumento piu’ agile e in grado di rispondere alle nuove minacce”. La strada fatta ”e’ stata tanta – spiega il premier – ma e’ sul piano culturale che l’intelligence ha saputo innovarsi”. Certo, ”la riservatezza” e’ uno dei punti fondamentali nell’azione dei ‘servizi’ ma, avverte Monti, ”non possiamo permettere che questa legittima esigenza getti ombre sul sistema. Solo in chiave di trasparenza l’intelligence continuera’ il suo adeguamento alle nuove esigenze. Anche perche’ senza trasparenza ci si arresta”.
Alla cerimonia e’ intervenuto, fra gli altri, l’ambasciatore Giampiero Massolo, direttore generale del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza (DIS) secondo il quale ”c’e’ un processo di evoluzione della minaccia” e la difesa ”dell’interesse nazionale passa per tutte le declinazioni”. L’aggressione, spiega , ”e’ potenzialmente complessiva. Noi non vogliamo fare supplenza ma essere in grado di aiutare chi decide su quelle cose che noi riusciamo a vedere al buio”. Massolo non ha dubbi, ”l’intelligence italiana c’e”’ e vuole ”essere il piu’ vicino possibile al decisore politico indicando le priorita”’.
Anche il direttore del DIS parla dello ”sforzo” da fare per ”la trasparenza e la comunicazione” del sistema. Per l’ambasciatore ”non deve esserci riservatezza a perdere, riservatezza per riservatezza”. A questo proposito cita una frase dell’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter: ”Se gli americani sapessero quello che io so sarebbero fieri della propria intelligence”.