4 mar – Quello di Sarah Scazzi “non è stato un omicidio premeditato ma dovuto a uno scatto d’ira e a una rabbia accumulata nei confronti della bambina” che avrebbe potuto rivelare segreti scabrosi. Lo ha detto il pm della Procura di Taranto Mariano Buccoliero nel corso della requisitoria al processo, in corso davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Taranto, per l’omicidio della 15enne di Avetrana, uccisa il 26 agosto del 2010.
“Come dicono sia il professor Strada (medico legale incaricato dalla Procura ndr) che il consulente della difesa il professor Albarello il delitto è avvenuto tra i 3 e i 5 minuti – ha aggiunto – Ognuna delle due due avrebbe potuto fermare l’altra. Ma invece tra Sabrina e Cosima c’è stata una comune volontà omicida”.
In particolare per il pm Sabrina e Cosima temevano “il pericolo e il rischio che tornando a casa piangente Sarah riferisse alla mamma Concetta l’oggetto della lite di quel pomeriggio (la rabbia per la confidenza tradita sul rapporto sessuale della prima con Ivano ndr) e altri particolari scottanti”. A proposito di questi segreti scabrosi, che non dovevano essere conosciuti e che potevano mettere in discussione non solo l’immagine di Sabrina Misseri ma anche quella di tutta la famiglia, il magistrato ha letto diversi sms volgari di Sabrina dei mesi precedenti. Per questo sarebbe stata proprio Cosima, avendo capito che occorreva proteggere quei segreti, ad aver sollecitato la figlia Sabrina ad andare a riprendere Sarah insieme per strada. “Quindi, una volta tornati a casa, Sarah non si è calmata, forse c’è stata qualche parola di troppo e allora l’hanno uccisa insieme in una stanza della casa”.
Il Pm in aula è giunto alla conclusione che sia Sabrina che Michele Misseri hanno mentito su tutto: dalle testimonianze di Mariangela Spagnoletti, amica di Sabrina ai tabulati telefonici. Secondo il pm Buccoliero “Sarah è stata ammazzata prima, molto prima dell’arrivo di Mariangela Spagnoletti. Per questo Sabrina Misseri aspetta la sua amica per strada a fare da ‘palo'”. Inoltre è “totalmente falso che nel primo pomeriggio del 26 agosto la madre di Sarah disse a Sabrina come era vestita quando era uscita di casa. La madre di Sarah non sapeva come era vestita la figlia – ha proseguito – perché al momento in cui uscì di casa era impegnata in cucina. Lo sapeva la badante”. Ma quest’ultima lo avrebbe riferito successivamente. “E allora come è possibile – si è chiesto – che Sabrina anticipa i particolari dell’abbigliamento di Sarah, infradito, zainetto, pantaloncini e maglietta di colore rosa, alle 15,22 ad Alessio Pisello (uno degli amici della comitiva ndr)? E lo ripete di nuovo alle 16 vicino alla scuola ‘Briganti’. Lei dirà che glielo aveva riferito Concetta. Ma a quell’ora la madre di Sarah ancora non lo sa”.
Quanto alla “ricostruzione di Michele Misseri sui tempi successivi al delitto non è credibile. E’ impossibile – ha infatti detto il magistratp – che possa aver caricato in auto il corpo della povera Sarah tra la prima e la seconda volta che lo vede Mariangela Spagnoletti davanti al garage della sua abitazione di via Deledda. Non ha i tempi. Ed è impossibile che possa averlo fatto tra la seconda e la terza volta che lo vede. In quel momento sono le 15,45. A quell’ora Michele Misseri stava tornando dal pozzo dove l’aveva seppellita”.
E proprio sui tempi il pm Buccoliero si è chiesto come, se si dovesse seguire la ricostruzione di Michele Misseri, e della difesa di Sabrina, lo stesso contadino di Avetrana possa aver ucciso Sarah, messo il cadavere in auto e aver portato la vettura fuori dal garage in 10 minuti, considerando che l’operazione omicidiaria vera e propria, dovrebbe aver richiesto circa 5 minuti e che poi Michele ha controllato se era morta, ha tolto la corda dal collo, ha messo il cadavere nel bagagliaio della Seat Marbella e ha portato il veicolo fuori dal garage e l’ha parcheggiato vicino all’abitazione.
Durante la requisitoria il pm Buccoliero, come era accaduto per Ivano Russo e per altri testimoni, ha sostanzialmente accusato Giuseppe Serrano, fratello di Cosima Serrano, di falsa testimonianza resa a dibattimnto. Alla fine della requisitoria l’accusa potrebbe chiedere alla Corte la trasmissione degli atti alla Procura.
In aula sono presenti le due principali imputate, Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Ci sono anche Michele Misseri, imputato solo di soppressione (anche se lui si autoaccusa del delitto della nipotina e scagiona la moglie e la figlia), e la madre della vittima Concetta Serrano Spagnolo, parte civile. Il pm è al terzo giorno di requisitoria, dopo le udienze di lunedì e martedì scorsi. Domani toccherà al procuratore aggiunto Pietro Argentino. Poi ci saranno le richiedte di condanna. adn