Morganti alla Commissione Ue: “Il Fiscal Compact viola Trattati”

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2 marzo – «Se la stessa Commissione europea definisce l’obiettivo del pareggio di bilancio “più ambizioso” rispetto alla soglia di disavanzo annuo del 3%, ovvero i parametri di Maastricht, ritengo che il futuro Governo italiano debba mettere seriamente in discussione il Fiscal Compact che, oltre a violare i Trattati Ue, rischia di paralizzare del tutto la nostra economia». L’eurodeputato Eld Claudio Morganti commenta così la risposta del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ad una sua interrogazione parlamentare, in cui chiedeva chiarimenti sulla legittimità del vincolo del pareggio di bilancio del Fiscal Compact.

Secondo l’europarlamentare, infatti, questo sarebbe in netto contrasto con i parametri di Maastricht, mai aboliti, nemmeno dopo Lisbona, che invece delimitano il rapporto indebitamento/Pil al 3% e potrebbero essere modificati solo a norma dell’articolo 48 del Trattato sull’Unione Europea (TUE). Morganti aveva interrogato l’Esecutivo Ue alla luce della denuncia del professor Giuseppe Guarino, ex ministro delle Finanze e dell’Industria, che in tale veste aveva seguito da vicino l’elaborazione dei due Trattati dell’Atto Unico e di Maastricht.

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«Il professor Guarino, una volta appresa la risposta dell’Esecutivo Ue -ha dichiarato Morganti- mi ha fornito un’analisi molto dettagliata, sugli errori macroscopici commessi dall’Europa, che invierò subito a Barroso, nella speranza che si torni alle regole imposte dai Trattati, dove si fissa al 3% il limite oltre cui non può andare l’indebitamento di uno Stato membro». Guarino ricorda che: «Il testo dei parametri di Maastricth, compreso il limite del 3% per il disavanzo, era stato redatto personalmente da Otto Pöhl, l’autorevole presidente della Bundesbank, in accordo con il presidente della Commissione Delors.

Questo limite era stato giudicato essenziale perché i Paesi membri potessero adempiere alla funzione ad essi attribuita dal Trattato di perseguire, ciascuno con la propria politica economica, l’obiettivo della “crescita sostenibile”». «Inserire l’azzeramento del deficit -ha sottolineato Morganti- è stata un’azione illegale, perché il Fiscal Compact non ha una forza costituzionale tale da modificare i Trattati. Non sono gli Stati a dover effettuare riforme. È la Commissione a dover ripristinare la legalità».

«Che l’Esecutivo Ue abbia qualcosa da nascondere, è chiaro -ha aggiunto- dal momento che ha fatto persino sparire, dalla versione ufficiale della mia interrogazione, l’ultima domanda, in cui chiedevo alla Commissione se non ritenesse doveroso bloccare l’entrata in vigore del Patto di Bilancio fino a che non si fosse chiarita tale vicenda». «Mi auguro -ha proseguito Morganti- che il prossimo Governo esiga la corretta applicazione del Trattato, ribellandosi alle assurde “ambizioni” imposte dall’Europa. L’Italia -ha concluso- deve tornare ad investire e per farlo non può perseguire obiettivi inapplicabili che, qualora fossero rispettati, porterebbero al suicidio le nostre piccole e medie imprese». ansa