27 feb. – Una 15enne, che aveva accusato il patrigno di stupro, e’ stata condannata da un tribunale delle Maldive a 100 frustate e otto mesi di arresti domiciliari in seguito alla sua ammissione di aver avuto rapporti prematrimoniali con un altro uomo.
Le frustate le saranno inferte una volta arrivata alla maggiore eta’, ha fatto sapere la corte, lasciando tuttavia a lei la scelta se sottoporsi immediatamente alla punizione. Il patrigno, accusato anche della morte del bambino frutto della violenza sulla figliastra, rischia fino a 25 anni di prigione.
La sentenza nei confronti della 15enne ha suscitato la dura reazione degli attivisti per i diritti umani, e dal governo e’ arrivata la richiesta di clemenza. Secondo Masood Imad, portavoce del presidente Mohamed Waheed, la giovane dovrebbe essere trattata come vittima e non come criminale, specificando tuttavia che deve “vergognarsi” per quello che ha fatto. Il sesso prematrimoniale, infatti, e’ proibito in base alla legge delle Maldive, ispirata alla sharia islamica.
Le autorita’, ha aggiunto Imad, sono pronte ad aprire un dialogo per modernizzare il codice penale e limitare il ricorso alla fustigazione, tuttora utilizzata nonostante gli appelli ad abbandonare tale pratica degradante, ribaditi in questa occasione dal direttore per l’Asia meridionale di Human Rights Watch, Meenakshi Ganguly. (AGI) .