Scritte sataniche sul portone del Duomo di Urbino

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20 febbr – (ilmessaggero) Una croce rovesciata sovrasta il numero del demonio: 666. Caratteri cubitali impressi con il gesso bianco sullo sfondo scuro della porta del duomo di Urbino. E’ solo la noia dei vandali o si tratta di veri riti satanici? Se lo devono essere chiesto a lungo anche gli agenti di polizia e l’arcivescovo Giovanni Tani, che ieri mattina erano lì, immobili, a scrutare la scritta.

E’ la prima volta che la cattedrale urbinate viene imbrattata in questo modo.Le forze dell’ordine dovranno stabilire se si sia trattato di scherzi messi in atto da squilibrati oppure di una setta satanica. Chiunque abbia imbrattato la porta lo ha fatto certamente nella notte fra venerdì e sabato. Telecamere di esercizi commerciali e possibili testimoni sono già al vaglio degli investigatori.

Le croci rovesciate e il ‘numero della bestia’ sono stati rinvenuti su entrambe le ante bugnate del portone di sinistra della cattedrale (le porte sono tre), la cui facciata in stile neoclassico è stata ricostruita dal Valadier nel ‘700, in seguito ad una forte scossa di terremoto. A scoprirle è stato il sacrestano mentre si apprestava a rendere accessibile la chiesa ai fedeli, alle sette. Sul posto sono arrivati immediatamente l’arcivescovo Tani e gli agenti della scientifica della polizia di Urbino.

Dalle prime indagini gli inquirenti avrebbero accertato che i segni e le scritte sono state fatte con una polverina simile al gesso. Lo stesso che è stato ritrovato nel sagrato poco distante dalle porte del Duomo dagli agenti, avvolto in un sacchetto di cellophan. Dell’accaduto è stata informata anche la procura urbinate.

Scritte del genere, in tempi anche non troppo lontani, sono state rinvenute nelle campagne intorno ad Urbino, in particolare in alcune abitazioni diroccate delle Cesane, in cui si sarebbero tenuti anche alcune feste di dubbia natura.

L’arcivescovo Tani, preoccupato per l’accaduto, ha assistito all’intervento degli agenti che indagano sul caso, rimanendo presente fino all’intervento finale di ripulitura delle scritte dal portone, attorno a metà mattinata. “Non mi risulta ci siano stati altri casi in cui la chiesa urbinate sia stata presa di mira da scritte inneggianti riti satanici”, spiega Tani, che ha anche escluso di aver ricevuto minacce.