20 febbr. – Timbuktu, la mitica citta’ ai bordi del Sahara e alla confluenza delle antiche vie carovaniere, e’ un obiettivo strategico dell’offensiva francese per strappare il nord del Mali ai jihadisti.
Conosciuta anche come ‘la citta’ dell’oro’, ‘dei 333 Santi’ o ‘la perla del deserto’, Timbuktu e’ situata a nord del fiume Niger, a circa mille km dalla capitale maliana, Bamako.
Dal 1998 nella lista dei luoghi considerati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanita’, fu fondata tra il V e l’XI secolo dai tuareg e per secoli fu il luogo di incontro dei nomadi del deserto, non solo tuareg, ma anche berberi, arabi e africani. Il commercio di oro, sale, avorio e libri la trasformo’ nel giro di pochi secoli in una delle citta’ piu’ opulente dell’Africa occidentale, magnete di intellettuali, architetti, scribi e giuristi, tanto da divenire rapidamente un importantissimo centro di irradiazione della cultura islamica.
La leggenda dell’oro di Timbuktu risale al 1324, quando l’imperatore del Mali, Kankan Moussa, fece un pellegrinaggio alla Mecca: il giovane sultano, appena 17enne, era seguito da 60mila portantini e ognuno di loro portava con se’ 3 chili d’oro puro, proveniente proprio da Timbuktu. Al suo ritorno, Moussa costrui’ la moschea di Djingareyber. E cosi’ la mitica citta’ dell’oro dell’imperatore Moussa e’ entrata nell’immaginario collettivo come metafora di lontananza, esotismo e ricchezze tanto da evocare l’idea di un posto cosi’ remoto che potrebbe anche non esistere.
Adesso l’aria e’ cambiata: un colpo di Stato militare nella capitale ha scatenato il caos nel nord e un gruppo islamista prima sconosciuto, Ansar Dine, che persegue la linea piu’ rigida del wahabismo, ha piantato minacciose bandiere nere tutt’intorno alla citta’ e proclamato la ‘sharia’ in citta’; mentre altri gruppi ribelli (Al-Qaeda nel Maghreb Islamico e il Movimento per l’unicita’ e la Jihad in Africa occidentale) conquistavano altre citta’ chiave del Paese.
Ansar Dine si e’ sbarazzato dei tuareg, i nomadi separatisti e male armati a cui aveva unito le forze per avere la meglio sulle truppe di governo, e ha cominciato a distruggere i tesori culturali del luogo, considerati ‘haram’ proibiti: un’azione iconoclasta che l’Unesco ha definito “tragica” e di cui si accertera’ l’entita’ solo una volta che le truppe francesi e maliane, ora alle porte della citta’, saranno entrate. (AGI) .