La Ue continuera’ a lavorare per mantenere nell’agenda delle Nazioni Unite ”la discriminazione e la violenza contro gli individui” in quanto ”fondate sull’orientamento sessuale o sull’identita’ di genere’‘.
La tutela della liberta’ di religione e di credo, per la quale l’Italia si e’ battuta, sara’ una delle priorita’ dell’Unione europea nella sua politica di difesa dei diritti umani, le cui linee-guida sono state approvate oggi dal Consiglio dei ministri degli esteri europei a Bruxelles. La difesa delle minoranze religiose e della liberta’ di credo e’ uno dei punti principali delle ‘guidelines’ che la Ue terra’ in vista del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.
”E’ di estrema rilevanza – ha sottolineato il ministro Giulio Terzi – l’inserimento, al quale l’Italia teneva molto e per il quale abbiamo insistito, di un paragrafo concernente la tutela della liberta’ di religione e di credo”. Tra gli altri punti, nelle conclusioni del Consiglio, e’ stata deciso che la Ue chiedera’ la denuncia della ”grave situazione dei diritti umani” in Siria, la ”persistente situazione critica” in Corea del Nord, la situazione ”preoccupante” in Iran.
”Grave preoccupazione” e’ espressa anche per la Bielorussia e si chiede di tenera alta l’attenzione in Birmania, oltre che nella Repubblica Democratica del Congo, in Eritrea, Sudan e Sud Sudan. Inoltre e’ scritto che la Ue continuera’ a lavorare per mantenere nell’agenda delle Nazioni Unite ”la discriminazione e la violenza contro gli individui” in quanto ”fondate sull’orientamento sessuale o sull’identita’ di genere”.