Energia: supercostosa in Italia, +130% Francia e +400% su Usa

elettr12 FEB – E’ il costo dell’energia la zavorra della industria pesante in Italia, che puo’ essere salvata dalla delocalizzazione solo con un mercato unico che livelli i prezzi tra i 27 dell’Ue. E solo con un livellamento dei prezzi in Ue si puo’ evitare che la ripresa ”sia solo un miraggio”.

E’ la conclusione cui e’ arrivato l’europarlamentare Oreste Rossi (ex leghista uscito dal partito a dicembre per dissenso con la linea di Roberto Maroni) che dopo aver analizzato i dati 2011 della Camera di Commercio Usa e nei paesi Ocse ha rilevato come in Italia ”l’energia ci costa il 130% in piu’ rispetto a Francia, Polonia e Inghilterra, l’80% in più rispetto alla Germania, e ben il 400% in piu’ di quanto la pagano negli Stati Uniti e in Canada”.

In questo scenario ”peggiore del previsto”, ragiona Rossi, come e’ possibile ”tenere in piedi il principale comparto dell’economia italiana” ovvero le grandi industrie energivore, dall’acciaio alla chimica, dalla ceramica alla meccanica? Rossi, a titolo di esempio, rileva che nella produzione dell’alluminio l’energia rappresenta il 30% dei costi di produzione. ”Mi domando come si possa chiedere a una fabbrica italiana di non delocalizzare in Paesi dove le spese sarebbero significativamente minori”.

Questi dati, secondo Rossi, devono indurre l’Europa ad accelerare il completamento del mercato unico dell’energia, ”necessario per stimolare la concorrenza, attraverso una riduzione dei costi per imprenditori e famiglie”. ”Se non si fissano subito costi comuni dell’energia, almeno nella Ue – conclude l’europarlamentare – le grandi industrie italiane non potranno mai essere competitive e continueranno a delocalizzare, portando il meglio della produzione ‘Made in Italy’ al di fuori dei nostri confini. Fin quando non si bloccherà questo fenomeno la ripresa economica, di cui l’Europa si riempie tanto la bocca, rimarrà solo un miraggio”. (ANSA).