12 FEB – Circa 1000 miliardi di euro nel 2020: secondo uno studio della Boston Consulting Group, tanto valgono i dati personali, raccolti su internet o tramite servizi digitali, intorno ai quali si sta giocando oggi tra Ue e Usa e i rispettivi giganti delle telecomunicazioni la partita sulla privacy nei servizi digitali. Un braccio di ferro cominciato quando la Commissione europea, un anno fa, ha proposto nuove regole per la protezione dei dati personali, applicabili per la prima volta non solo alle societa’ europee ma anche a quelle extra Ue – come Facebook o Google – che operano in Europa. ”Il ragionamento e’ semplice: se societa’ fuori dall’Ue vogliono operare sul mercato europeo devono rispettare le regole europee”, ha messo in chiaro oggi la commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding, che ha incontrato Luigi Gambardella, presidente di Etno, l’associazione europea degli operatori di tlc. L’obiettivo delle regole Ue, ha rassicurato la commissaria, e’ quello di creare ”condizioni di partenza uguali per tutti”.
Una ‘rivoluzione’ che non e’ andata giu’ ai giganti americani che, approfittando della legislazione decisamente piu’ lassista in materia di privacy vigente al di fuori dell’Ue, in questi anni hanno raccolto anche nel Vecchio Continente milioni e milioni di dati personali accumulando, grazie all’asimmetria legislativa, un vantaggio commerciale e concorrenziale rispetto alle societa’ europee. Ora quindi i giganti Usa si stanno muovendo, dato che il provvedimento legislativo deve ancora essere approvato da Consiglio e Parlamento Ue, per cercare di aggirarlo. E in campo e’ sceso anche l’ambasciatore Usa presso la Ue, William Kennard, che ha gia’ sottolineato come ”ogni democrazia abbia il diritto di scegliere il quadro legale” in cui operare. Diventa quindi ”cruciale”, ha sottolineato a nome degli operatori europei Gambardella, che venga assicurata una ”parita’ di regole” e questo ”indipendentemente da dove si trova il provider che fornisce il servizio”, altrimenti il nuovo pacchetto di misure Ue ”perderebbe molto del suo valore”. Non solo per la tutela delle societa’ europee, ma soprattutto dei consumatori, che devono essere messi in grado di ”trarre beneficio dai servizi innovativi basati su un uso intelligente ed efficace dei dati”. ansa