11 febbr – In una mia precedente riflessione, portavo all’attenzione dei nostri lettori, la porcata MPS e ponevo l’accento sul fatto che una nazionalizzazione temporanea fosse una vera e propria porcata.
Questo perché sanare una banca privata con denaro pubblico, per poi ridarla ai privati, magari gli stessi che l’avevano portata sull’orlo dell’abisso, fosse un vero e proprio crimine.
E’ stato per questi motivi, che l’Italia ha accumulato nel tempo debiti su debiti.
Come intervenire allora, e salvaguardare gli interessi dei risparmiatori, e quelli del sistema pubblico?
In una maniera semplice. Nazionalizzando MPS !
Coooomeeeeeeeee? Mi direte. Ma questo è fuori come un balcone.
Eppure, a dispetto di quanto affermato poco sopra, la cosa ha una sua logica.
Tutto sta a vedere come ed a che scopo viene fatta qualcosa.
Il primo punto, è commissariare e far fallire MPS, e nazionalizzarla solo dopo aver rimborsato i piccoli rispamiatori ed aver mandato in galera gli speculatori dei derivati (forti della sentenza EFTA che ha dato ragione all’Islanda su questo punto. Lo Stato non è responsabile economicamente e monetariamente dei disastri fatti da costoro, specie quelli esteri come Nomura, i cui derivati si configurano come vera e propria truffa), per usarla successivamente come collettore di finanziamenti presso la BCE e, sul territorio, come banca esclusivamente commerciale, imponendo per Statuto il divieto di speculare in derivati (Una anticipazione, di quello che dovrebbe essere la riforma del sistema bancario, il ripristino dello Glass Steagall Act).
E’ di qualche giorno fa, l’articolo sul Giornale, che mostra come la KFW (l’equivalente tedesco della Cassa Depositi e Prestiti) tratta profitto da una situazione simile.
Compra il denaro alla BCE allo 0,75%, lo presta allo Stato al 1,56% (tale è il tasso dei bund tedeschi, tenuto artificiosamente basso proprio in questo modo), e presta al 3% su estero imponendo che i macchinari siano di produzione tedesca.
Con una banca pubblica possiamo fare lo stesso, e con miglior profitto.
Compri a 0,75%, rivendi allo Stato al medesimo tasso, senza guadagnarci nulla (un’ anticipazione di una Bd’I pubblica, che come sapete, è il nostro punto principale del programma).
Presti ai privati al 1,5% e su estero al 3%, in cambio di investimenti tutti made in Italy.
Nel frattempo, lo Stato usa quel denaro, perlopiù per rimodulare i vecchi debiti. Emettendo BTP di lunga scadenza allo 0,75%, e comprando quelli in scadenza, da annullare semplicemente, che hanno tassi più alti.
Immaginate cosa significhi, ricomprare in un paio di anni, 300 miliardi di titoli siffatti, aumentabili a 600 miliardi, attraverso una maggiore capitalizzazione della CdP.
Niente interessi o quasi su quel denaro (da 45 a 65 miliardi in meno da pagare).
Rimodulazione del debito, da breve/medio a lunga scadenza, minimo 30 anni)
Riacquisto del debito su estero, in previsione di una fuoriuscita e di un ritorno alla lira, verrebbe meno la gran parte dell’arma di ricatto delle grandi banche d’affari, i pacchetti in mano straniera.
Infatti quel 20/25% del debito in mano estera, è tra i primi ad essere ricomprato, il grosso, viene scambiato nelle 4 grandi aste trimestrali.
Inoltre, questa ipotesi, è assai ben conosciuta dalle grandi banche d’affari estere.
E’ proprio di oggi, l’articolo sul Wall Street Italia, che mostra come Bank of New York e Bankitalia, cerchino appunto di scongiurare il rischio (per loro) di una nazionalizzazione.
Trattandosi appunto entrambe di banche private (Banca d’Italia, nonostante il nome, è una Società per Azioni, con sede legale in Roma, ma filiali ovunque, e conti alle Isole Cayman (dove ha sede legale la stessa BCE), posseduta al 94,4% dalle stesse banche private che pretende di controllare), appare ovvio che la possibilità, pur bassa, di avere una Banca di Stato, che chieda soldi alla BCE e si metta a fargli concorrenza con tassi bassi, sia dal loro punto di vista una iattura.
Specie poi se la cosa funziona oltre ogni previsione, dato che una MPS pubblica, che prenda denaro a tassi ridicoli e lo faccia fruttare sostenendo l’economia reale, è un assist formidabile al passo seguente da noi auspicato.
Nazionalizzare la Banca d’Italia stessa, e adibirla a stampare la Lira, facendo a meno della BCE, come da nostro programma.
Ecco quindi che la Tragedia MPS, può rivelarsi una Opportunità Unica.
dr. Ermes Uguccioni.