8 febbr – Il Museo archeologico nazionale di Taranto (MarTa) diventerà ambientalmente ‘sostenibile’. Grazie ad un finanziamento del Ministero dell’Ambiente infatti la sede museale degli ‘Ori di Taranto’, l’eccezionale raccolta di reperti orafi di età classica, sarà oggetto di lavori per la riduzione dei consumi e il miglioramento delle prestazioni energetiche nei sistemi elettrici e termici della struttura.
Gli interventi saranno attuati grazie alle risorse comunitarie disponibili nell’ambito del Programma operativo interregionale ‘Risparmio energetico ed energie rinnovabili’ 2007-2013, in esecuzione all’accordo di programma raggiunto, il 10 maggio 2010, con il ministero per i beni e le attività culturali, direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale. Un’opera che costerà circa 1.261.000 euro, finanziati dal ministero dell’ambiente.
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La rinascita di Taranto, commenta il ministro Clini, “passa anche attraverso interventi come questo che puntano a realizzare, attraverso misure specifiche e mirate, un contesto di sostenibilità in tutti i comparti della città, che, accanto al grande tema della bonifica dell’Ilva, ha bisogno di un impegno complessivo di riqualificazione anche nei suoi ”gioielli” culturali, quali appunto il museo archeologico”.
Il museo nazionale archeologico di Taranto è fra i più importanti d’Italia e fu istituito nel 1887. Occupa fin dalle origini l’ex Convento dei Frati Alcantarini, costruito a metà del XVIII secolo e, in seguito ad interventi di ingrandimento a metà del XX secolo, l’adiacente corpo settentrionale dell’Ala Ceschi.
A partire dal 1998 sono iniziati i lavori di ristrutturazione che hanno portato alla parziale riapertura al pubblico del Museo, avvenuta il 21 dicembre 2007. Attualmente è visitabile il primo piano che ospita le collezioni greche, romane e apule, tra cui alcuni degli ori che hanno reso celebre il Museo in tutto il mondo