Agis al Governo: per lo spettacolo piu’ fondi pubblici e un sottosegretario

spettac6 febbr – Basta con la retorica , con gli interventi per una mera sussistenza, serve un ”rilancio concreto per lo spettacolo italiano” che ridia un valore culturale all’intero settore così come prevede la Costituzione, anche con la nomina di un sottosegretario ad hoc. E’ l’appello alla politica dell’Associazione generale italiana dello spettacolo (Agis) che in un documento, inviato ai candidati premier e agli attuali responsabili cultura dei partiti, ha messo nero su bianco le richieste più stringenti.

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”Il mondo dello spettacolo – si legge nel documento – si aspetta da parte dei pubblici poteri, a livello nazionale e delle amministrazioni locali, non certo interventi per la sopravvivenza, per la sussistenza, ma la valutazione della propria rilevanza culturale ed economica come parte non secondaria dell’industria culturale del Paese, della propria funzione di aggregazione, di elemento di vitalita’ del tessuto sociale e per queste ragioni meritevole di attenzioni che tengano conto della specificita’ del proprio modo di essere e operare”.

”Troppo spesso – si legge ancora nel documento – la retorica vince sulla concretezza dell’impegno dei vari livelli del governo; lo spettacolo italiano per crescere e svilupparsi ha bisogno di politiche concrete, per il mercato del lavoro, di tipo fiscale, industriale, di sostegno e promozione, di maggiore coordinamento dei ministeri e dei vari livelli dello Stato. (…) Il fondo unico per lo spettacolo è assolutamente insufficiente, non in linea con l’importanza dello spettacolo italiano”.

In sostanza la richiesta del mondo dello spettacolo è che si dia attuazione all’articolo 9 della Costituzione della Repubblica (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione) e che il ruolo dello spettacolo sia riconosciuto anche dal governo con la nomina di un sottosegretario allo spettacolo nel contesto del ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali che, ”auspichiamo – conclude il documento – possa innovativamente titolarsi Ministero della Cultura, come affermazione e riconoscimento dei valori di cui essa è portatrice”. adnk