Elezioni: padre ‘mette all’asta’ il voto in cambio di scuolabus per i figli

bus3 febbr – “Il mio voto in vendita per garantire il servizio di accompagnamento sullo scuolabus del mio paese”. Suona così la provocazione di Francesco Bottone, 38 anni, precario di Schiavi d’Abruzzo, paesino di montagna con meno di novecento abitanti, padre di due bambini di quattro e due anni, e di un terzo in arrivo. “I bambini dell’asilo e delle elementari – denuncia – non hanno più una scuola in paese e ogni giorno, su strade tortuose e spesso con la neve, perché qui l’inverno dura sei mesi, sono costretti ad andare in un paese vicino. Ma dopo i tagli del governo Monti, nonostante il sindaco faccia il possibile – spiega all’Adnkronos – sullo scuolabus c’è solo l’autista. Basterebbe lo stipendio di un mese di un parlamentare per pagare un accompagnatore per i nostri bambini per un intero anno scolastico”.

Da qui la provocazione. Bottone è ovviamente consapevole che ‘vendere’ il proprio voto è reato, ma si chiede “se la politica serve a risolvere i problemi dei cittadini, voglio vedere quale candidato è interessato a risolvere il problema degli scolari di Schiavi di Abruzzo?”. Ma se qualcuno si farà avanti? “Voto a parte, gli dirò comunque di devolvere un contributo al Comune”, conclude. adnk