31 genn – Il denaro che i lavoratori emigrati inviano ai loro familiari nei paesi d’origine ha raggiunto negli ultimi anni dei livelli record. Le rimesse sono pressoché triplicate in un decennio e ammontano circa al triplo degli aiuti globali in denaro che vengono destinati ai paesi in via di sviluppo.
Secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, nel 2012 le rimesse degli emigranti hanno raggiunto i 530 miliardi di dollari. Un gruzzolo che, se considerato ipoteticamente come una singola economia, corrisponderebbe alla 22esima del mondo, più forte di Iran o Argentina. Oltretutto, la cifra reale potrebbe essere molto più elevata, dato che molto denaro non transita per le vie registrate.
Il denaro delle rimesse è talmente consistente che alcuni paesi, come le Filippine, il Bangladesh o il Senegal – spiega il Guardian – hanno addirittura dei ministeri che si occupano di gestire il flusso che arriva da oltreoceano.
India e Cina sono i principali beneficiari di questo sistema: lo scorso anno sono affluiti in questi due paesi 60 miliardi di dollari, seguiti dalle Filippine e Messico con 24, la Nigeria con 21. Per alcuni Paesi più piccoli, come il Tajikistan e la Liberia, ler rimesse equivalgono rispettivamente al 47% e al 31% del loro prodotto interno lordo.
Per moltissimi Paesi in via di sviluppo, il denaro mandato in patria dagli emigrati è di gran lunga superiore agli aiuti che ricevono dalle organizzazioni internazionali; per altri, addirittura, quei soldi sono di più di quelli degli aiuti e degli investimenti stranieri messi assieme. tmnews