30 genn – Il 16 gennaio un parlamentare del partito dei Greci Indipendenti ha presentato una denuncia alla Corte Penale Internazionale (ICC) contro Paul Thomsen del FMI, Mathias Morse dell’UE e Klaus Mazouch della BCE.
Nella denuncia si accusano gli imputati di aver provocato 3.500 suicidi, la perdita di oltre 1,5 milioni di posti di lavoro, la chiusura di migliaia di imprese ed esercizi commerciali, la distruzione del benessere delle famiglie e di aver gettato il paese in una grave recessione con le misure imposte alla Grecia.
Queste misure violerebbero l’articolo 2 dello statuto dell’ICC sulla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come pure la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, compresa la dichiarazione che “tutti hanno il diritto alla vita”, oltre che la costituzione greca e la Convenzione Europea sui Diritti Umani.
Similmente Yannis Panagopoulos, presidente della Confederazione Generale del Lavoro Greca (GSEE) ha annunciato che la sua organizzazione farà ricorso contro la Troika alla Corte Europea sui Diritti Umani.
Nella stessa settimana le associazioni mediche di Portogallo, Grecia, Spagna e Irlanda hanno pubblicato una “Lettera aperta ai leader politici e alle autorità sanitarie d’Europa” in cui si deprecano gli effetti disastrosi delle politiche di austerità della Troika sulla salute e le vite dei popoli delle loro nazioni.
La dichiarazione accusa l’UE, la BCE, l’FMI e i governi nazionali di aver mancato di prendere in considerazione gli effetti delle loro misure anti-sociali sui sistemi sanitari nazionali, e chiede una rapida inversione di rotta.