24 genn – Il Consiglio svedese per l’Agricoltura, che sta partecipando ai lavori della Commissione Agricoltura della Ue, ha proposto l’introduzione di una tassa per scoraggiare il consumo della carne. La Commissione sta discutendo sulle future sovvenzioni che l’Unione dovrà stanziare per sostenere le attività agricole ed è in quest’ottica che si pone la proposta svedese che suggerisce di utilizzare lo strumento fiscale per ridurre l’impatto ambientale derivante dalla produzione della carne, incentivando la produzione di verdure, con maggiori benefici per l’ambiente e per la salute.
Secondo gli esperti svedesi, un ruolo attivo deve essere riservato anche ai consumatori che dovrebbero essere più informati per avere un migliore orientamento nelle scelte, privilegiando i consumi alimentari più sostenibili. Un migliore orientamento potrebbe venire da una etichettatura più dettagliata che consenta al consumatore che vuole la carne di scegliere quella più sostenibile. Misure che comunque da sole non sono sufficienti per influire significativamente sui trend ed è per questo che la Consulta svedese propone di agire anche sulla leva fiscale.
Nel mondo, secondo gli ultimi dati disponibili, si allevano circa 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e 700 milioni di ovini e caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli e galline e altro pollame. In alcuni paesi ‘emergenti’, come il Brasile o l’India, il consumo è cresciuto e continua a crescere, mentre in Europa si registra un calo dell’1%. In testa ai consumi la Francia seguita dall’Italia dove dagli anni 60 ad oggi i consumi sono costantemente aumentati (+180%) fino al 2011 per poi calare bruscamente passando dai 95kg pro capite annui agli 88 kg. Ogni anno in Italia si macellano circa 4.700.000 bovini di cui la metà italiani e la metà importati. Nord, Centro e Sudamerica producono il 43% di tutta la carne bovina del mondo. L’Europa occidentale il 17%, la Russia il 18%.
adnk