23 gen – ”Quanto successo al Mps, e in particolare il coinvolgimento di Mussari che, dopo aver portato al fallimento quell’istituto di credito ha avuto come premio la poltrona dell’Abi, con indennita’ milionarie, dimostra in tutta la sua evidenza l’opacita’ e il marciume del sistema bancario italiano anche a causa di una finta privatizzazione operata nel ’92 dalla fallimentare legge Amato”. E’ quanto scrive, in una nota, Antonio Borghesi, presidente dei deputati Idv e candidato nella lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.
”Le nostre denunce e i nostri timori per la sorte di investitori e lavoratori – prosegue Borghesi – sono rimaste inascoltate. Il 10 maggio dello scorso anno, infatti, depositammo due interrogazioni rivolte al premier Monti chiedendo il commissariamento del Mps e la revoca della nomina di Alessandro Profumo, indagato per frode fiscale ai danni dello Stato. Una persona, dunque, priva dei requisiti di onorabilita’, previsti dalle vigenti normative per amministrare gli istituti di credito”.
”In quella sede – spiega ancora Borghesi – ponemmo anche interrogativi sul cosiddetto ‘sistema Siena’, basato su una gestione ferrea del potere economico-finanziario da parte di Mussari, che ricambio’ l’appoggio offerto da Unicredit nella scalata dell’associazione bancaria, con la designazione di un indagato per frode fiscale ai vertici del Mps”.
”Eccolo, dunque, il mondo al quale molti governi, partiti e sindacati conniventi con questo sistema, non ultimo l’esecutivo Monti, ma anche il Pd hanno elargito favori e nomine. Un mondo che oggi ha zavorrato Piazza Affari e gettato discredito su una delle banche piu’ antiche e famose del mondo”, conclude Borghesi. asca