22 gen. – Nel 2012 in Italia ha chiuso un’impresa al minuto, la pressione fiscale e’ salita al 56% e la burocrazia richiede 120 adempimenti fiscali e amministrativi all’anno, uno ogni 3 giorni. Non solo: nell’ultimo anno il sistema del credito ha ridotto di 32 miliardi l’erogazione di finanziamenti alle aziende. Per questo le imprese proclamano per il 28 gennaio una giornata di mobilitazione nazionale.
Nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso i battenti oltre 216mila imprese artigiane e dei servizi di mercato. Lo afferma una analisi di Rete Imprese Italia. Le iscrizioni ammontano invece a poco meno di 150mila (147mila) per un ‘saldo’ tra mortalita’ e natalita’ negativo per 70mila unita’. Secondo le stime dell’associazione, nei dodici mesi sono circa 100mila le imprese in meno.
“Occorre reagire per evitare di continuare ad avvitarci in questa perniciosa spirale recessiva e tornare a crescere il piu’ velocemente possibile”, ha detto Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese Italia (l’associazione che riunisce Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Casartigiani). “Il nostro sistema di imprese continua a rimanere sull’orlo del baratro“, ha sottolineato. Secondo le imprese ancora non si riesce a scorgere “l’uscita dal tunnel della crisi” ed e’ quindi necessario, ha aggiunto Sangalli, “far sentire la nostra voce e invitare, persuadere, costringere la politica a fare una riflessione vera, nuova, moderna sul ruolo che le imprese possono avere per la ripartenza della nostra economia. Questo sistema e’ stato, e’ e sara’ – ha poi scandito – l’unico in grado di creare sviluppo e occupazione nei prossimi anni”. agi