17 genn – Un governo che si fa scavalcare, in casa propria, dai francesi: sono durissimi i commenti che gli internauti algerini stanno riservando alla leadership del Paese per la vicenda della presa di ostaggi nel sito petrolifero di In Amenas, rispetto alla quale sono in molti a esprimere dubbi su chi ne sia realmente responsabile e su chi possa, invece, approfittare della situazione che si è creata.
Sono numerosi gli aspetti della vicenda che la blogosfera , a cominciare dalle modalità dell’assalto al sito petrolifero, per il quale, si chiedono, è strano pensare a un sistema di sicurezza così vulnerabile, sia da parte delle compagnie – straniere e algerine – che da parte delle autorità preposte. Considerato che nel sito lavorano circa ottomila persone e che quotidianamente c’é un continuo viavai di gente che entra ed esce, sarebbe scontato pensare, dicono gli internauti, che fossero attivi controlli che invece evidentemente non c’erano.
C’é qualcuno che si spinge anche più in là asserendo che dietro l’operazione altri non ci sarebbe che la Francia, la quale, impegnata nell’intervento militare in Mali, in questo modo avrebbe inteso “arruolare” l’Algeria nel conflitto che ha investito il vicino Paese. Quanto sta accadendo nel sito petrolifero spinge poi i frequentatori dei forum a denunciare l’apparente subordinazione dell’Algeria alla Francia, che giunge persino a far sì che gli annunci che riguardino il Paese vengano fatti da Parigi. Come è accaduto per l’autorizzazione al sorvolo dei jet francesi.
E poi, si chiedono ancora gli internauti, che Paese è mai questo in cui la televisione di Stato non ha mandato uno straccio di giornalista a In Amenas per seguire un evento che sta calamitando l’attenzione dei media di tutto il mondo? C’é pure chi sbeffeggia l’Esercito chiedendo come sia stato possibile che un gruppo di uomini pesantemente armati abbia potuto percorrere centinaia di chilometri in un territorio aperto, ma soprattutto presidiato, giorno e notte, da trecentomila uomini che hanno lo specifico compito di combattere il terrorismo.
E molti sono gli ammonimenti a non sbagliare nella valutazione di quando sta accadendo, perché, sostiene qualche internauta, è una cosa interna all’Algeria. Del Mali, qui in Algeria, non importa niente a nessuno. ansa