16 gen. – “Credo di essere stato vittima di un tritacarne vero e proprio”, aggiunge l’imprenditore, con cui “si voleva mettere in difficolta’ il Senatore Monti e la sua lista“. Ricorda infatti De Giorgi: “Nei giorni precedenti la mia persona e’ stata oggetto di un disegno diffamatorio, prendendo a pretesto alcune foto che mi ritraevano insieme a drag queen all’interno di alcune discoteche gestite da societa’ di cui sono socio e in pose ed espressioni che non riesco a capire come possano essere oggetto di critica in base ad una presunta morale comune”.
Non solo. Gli attacchi, spiega ancora l’ormai ex candidato nella lista Con Monti per l’Italia, hanno riguardato anche alcune sue attivita’ imprenditoriali. Si tratta, spiega ancora De Giorgi, di “una campagna che ha voluto denunciare, spacciandole per reati, attivita’ assolutamente lecite svolte dalle societa’ di cui ero prima amministratore” e poi “avendo dato le dimissioni proprio a causa del mio impegno in campagna elettorale, socio al 20,4%: attivita’ di cui non mi vergogno minimamente, tant’e’ che non ho avuto problemi e/o imbarazzi a parlarne e a ‘giustificare’ quelle che per un imprenditore altro non sono che fonti di reddito per se’ ed i suoi soci.
L’attività imprenditoriale di De Giorgi consiste nel fatto che la sua società gay.it partecipa alla proprietà di 4 siti porno gaysex.it, gaytube.it, nowescort.com e me2.it. La notizia è stata rilanciata in diretta nella trasmissione di Radio 24 La Zanzara e, pressochè in contemporanea all’annuncio, l’accesso ai quattro siti di proprietà di De Giorgi è stato bloccato: ad ora, risultano irraggiungibili (eccetto me2.it).
Inoltre e’ stata ricordata una inchiesta giudiziaria che vede coinvolta la societa’ che gestisce il locale Mamamia di Torre del Lago, di cui sono socio, che mi vede indagato per reati che non rientrano minimamente nelle fattispecie previste dal D. Lgs. 235 del 2012 ne’ che rendono incompatibile la mia candidatura all’interno della lista, regolata da un codice etico ben piu’ restrittivo del succitato decreto. Infine, vergognosamente si e’ utilizzata una vicenda di cui sempre la societa’ del Mamamia e’ stata vittima anni fa, a causa di un hackeraggio da parte di ignoti che sul forum del suo sito internet avevano postato materiale pedopornografico con una palese nostra estraneita’ al tutto”. agi