Servizi segreti lanciano l’allarme Cina, Prodi querela Libero

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12 genn – “La crisi economica intrecciata alle debolezze strutturali del “sistema Italia” espone settori strategici del made in Italy alle mire espansionistiche di imprese asiatiche, in particolare cinesi, a detrimento della competitività nazionale e dei livelli occupazionali.

E’ questo l’allarme che il Dis (Dipartimento di informazioni per la sicurezza), l’organismo di raccordo dei servizi di intelligence che fa capo a palazzo Chigi, ha cominciato a lanciare nella relazione presentata al Parlamento nel febbraio 2012 e ha meglio circostanziato negli ultimi mesi, come ha confermato a Reuters una fonte a conoscenza del dossier.”
Crisi: allarme degli 007 del DIS sulle mire espansionistiche cinesi

Franco Bechis, sull’edizione cartacea di Libero scrive un pezzo abbastanza polemico accusando i rapporti tra l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi e il regime di Pechino.

Allarme rosso! I servizi segreti italiani hanno tirato giù dal letto il presidente del Consiglio Mario Monti e già che c’erano anche il presidente del Copasir, Massimo D’Alema. Non c’è tempo da perdere, perché proprio mentre i politici italiani si baloccano con le elezioni, il nemico è pronto ad approfittarne e sta per infiltrarsi nella Regione più ricca del paese e con furbizia da lì si cuccherà una ad una le più belle aziende italiane, mettendo ko l’economia nazionale. E chi è il nemico, la spia di segreti industriali intercettata dai valorosi 007 italiani? Un tipo da fare andare per traverso colazione, pranzo e cena sia a Monti che a D’Alema: Romano Prodi. Vero che nell’ultima relazione riservata dei servizi a governo e Copasir che lancia l’allarme sulla calata della finanza cinese in Italia il nome dell’ex premier italiano non viene mai fatto. Ma anche i bambini capiscono che a lui ci si riferisce quando nella relazione riservata i servizi italiani si inquietano per la prossima apertura a Milano della sede della «agenzia di rating cinese Dagong – global credit rating – arma strumentale per Pechino per la ricerca e valutazione di fattibilità degli investimenti in Italia».

”Con riferimento all’articolo ‘Allarme dei servizi: Prodi e’ un pericolo per l’Italia’, pubblicato ieri a firma Franco Bechis da ‘Libero’, che ha diffuso notizie false e gravemente offensive, si comunica che il Presidente Prodi ha dato incarico al proprio legale Franco Neppi perche’ vengano assunte opportune iniziative giudiziali, compreso risarcimento dei danni, a tutela della propria persona ed onorabilita”’.

Ne da notizia l’ufficio stampa di Romano Prodi, il quale ha anche lavorato in Cina come commentatore della tv cinese Cctv.

Prodi “esporta” l’Alma Mater, accordo in Cina

Blair ammette: per conto di Murdoch contatti con Prodi per acquisire parte di Mediaset (i vizi non si perdono)

Bechis nel pezzo illustra come Prodi abbia fornito ricche consulenze all’agenzia di rating Dagong, la prima a declassare il giudizio sul debito italiano dopo la cura Monti. Chi era secondo Libero il fornitore di questo giudizio? Sempre Prodi, politico assai apprezzato dal regime comunista sempre secondo la versione di Bechis.

Prodi chiamava le agenzie di rating “Qui Quo Qua”

da il sole24ore del 14 settembre 2011

Giro d’incontri al massimo livello in Cina per Romano Prodi. Oggi, secondo quanto risulta a Radiocor, l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea incontra privatamente l’attuale vice primo ministro e futuro primo ministro Li Keqiang, personaggio determinante per la politica cinese accanto a Xi Jinping, che sarà il futuro presidente della Cina e che è venuto in Italia all’inizio del giugno scorso.

Ieri sera, sempre in via riservata, Prodi ha cenato privatamente con il vice governatore della China Development Bank, Gao Jian. Nei giorni scorsi l’ex premier italiano è’ stato ampiamente citato in prima pagina del China Daily, uno dei quotidiani più autorevoli del Paese, come consulente e punto di riferimento della strategia di crescita internazionale dell’agenzia di rating cinese Dagong, che ha messo in discussione la leadership finora incontrastata delle agenzie di rating americane, Standard and Poor’s e Moody’s.

 Prodi si conferma così interlocutore privilegiato di Pechino, l’amico italiano, una sorta di Henry Kissinger europeo. In passato il segretario di Stato Usa aveva assunto un ruolo chiave come anello di collegamento tra gli Stati Uniti e la Cina, fin dal famoso incontro tra i presidenti dei due Paesi: Mao Tse Tung e Richard Nixon, all’inizio degli anni Settanta. Prodi è da tempo in relazioni eccellenti con i cinesi, unico europeo invitato a tenere corsi alla scuola del Partito comunista cinese. E oggi è facile prevedere che sarà consigliere molto ascoltato per ogni mossa di Pechino sullo scacchiere della grande crisi dei mercati finanziari e delle economie occidentali.

 

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